Mercoledì 24 Aprile 2024

Covid nel Lazio oggi, bollettino del 14 luglio: 9.748 nuovi contagi, 9 decessi

L'incidenza è in aumento e sale a 1.315 su 100mila abitanti. Tirelli (Anaao): "Un errore della Regione riaprire i reparti Covid". Quarta dose over 60: boom di prenotazioni

Tamponi Covid (immagini di repertorio)

Tamponi Covid (immagini di repertorio)

Roma, 14 luglio 2022 - Lieve rallentamento l'incremento del numero dei casi di Covid nel Lazio.  Sono 9.748 (-314, qui il bollettino del 13 luglio) i nuovi casi positivi nella regione su 41.182 tamponi effettuati (5.513 molecolari e 35.669 antigenici). Mentre sono 9 i decessi (-6), 924 i ricoverati (-1), stabili le terapie intensive con 69 pazienti, e sono +7.405 i guariti. Lo riferisce, con una nota, l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, spiegando che il rapporto tra positivi e tamponi è al 23,6% e che i casi a Roma città  sono a quota 4.617.

L'incidenza aumenta a 1.315 su 100mila abitanti

Sono 211.404 le persone attualmente positive a Covid-19 nel Lazio, di cui 210.411 in isolamento domiciliare. Dall'inizio dell'epidemia i guariti sono 1.630.039, i morti 11.583, su un totale di 1.853.026 casi esaminati, secondo il bollettino aggiornato della Regione Lazio.  

Quarta dose over 60 

Partita la campagna vaccinale per la quarta dose a over 60 e fragili. "Nel Lazio sono state superate questa mattina le 30mila prenotazioni per la quarta dose del vaccino anti-Covid agli over 60 e ai fragili". Lo afferma all'Adnkronos Salute l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. Ecco come prenotare 

Tirelli: "Un errore della Regione riaprire i reparti Covid". 

"Chiediamo una cosa molto semplice, cioè fare cose sensate e non random. Lo sbaglio principale è in carico alla Regione Lazio che chiede alle aziende sanitarie di ripristinare i reparti Covid quando, sul territorio di Roma, hanno a disposizione ad esempio l'ospedale Columbus che dovrebbe essere dedicato. Quindi chiedere a tutte le aziende di chiudere i reparti di cura che erano già ripartiti, come quelli chirurgici per farne dei reparti Covid la troviamo una cosa abbastanza anormale. Come se non bastasse a complicare il quadro mancano i medici che possono assistere i pazienti nei reparti. Qual è  l'alternativa? Bisognava aver fatto già qualcosa di logico, organizzato e meno improntato all'emergenza. Due anni mi sembrano abbastanza per organizzarsi ma nulla è stato fatto veramente", a dirlo è Guido Coen  Tirelli, Consigliere Nazionale Anaao Assomed chiamato a commentare l'evoluzione della situazione negli ospedali che rischia di esplodere con il crescere della curva dei contagi.

"Chiudono i reparti di cura per acuti- prosegue Tirelli- amplificano le medicine in maniera esponenziale sia per i pazienti Covid che non Covid bloccando l'attività chirurgica. Sono stati assunti molti meno medici di quelli che servivano per cui il rischio è nuovamente la paralisi. Non possiamo tornare in emergenza come due anni fa perché ora dovevamo essere già organizzati. Noi medici siamo stanchi delle varie promesse: da maggiori compensi alle assunzioni. Siamo stufi di bloccare la nostra attività quotidiana per andare a fare assistenza al paziente Covid. Un neurochirurgo, tanto per fare un esempio di alta specialità, non può 'finire' a fare un certo tipo di assistenza che può fare un altro medico".

"Il problema è legato per un 50% alla volontà di distruggere il sistema sanitario regionale e favorire gli ospedali privati-precisa il Consigliere Nazionale Anaao Assomed- e un altro 50% è rappresentato dall'incapacità degli stessi decisori. La cosa peggiore però è che non vedo all'orizzonte, nel prossimo futuro, nessuno capace e in grado di gestire diversamente la situazione. Abbiamo cercato di trasferire la nostra visione sia ai Dg che alla Regione ma non siamo stati mai coinvolti e ascoltati. Anche il Ministro, con le sue promesse lontane dall'avverarsi, ci prende fondamentalmente in giro".