Giovedì 18 Aprile 2024

Roma, sgominata baby gang: terrorizzavano il quartiere di viale Marconi \ VIDEO

Violenze, aggressioni, intimidazioni e rapine: denunciati 14 ragazzi dai 13 ai 19 anni. Prendevano di mira le ragazze che avevano la borsa con i colori Lgbt.

Roma, sgominata baby gang di viale Marconi

Roma, sgominata baby gang di viale Marconi

Roma, 17 luglio 2021 – Denunciati e fermati dalla Polizia i 14 giovani della “Anundo gang’s“, nome con cui hanno battezzato il loro gruppo Whatsapp. Una baby gang a tutti gli effetti, coesa, ben organizzata, composta da una trentina di ragazzi tutti giovanissimi tra i 13 e i 19 anni con una struttura radicata nella zona di viale Marconi. Imponevano il dominio sui coetanei del quartiere attraverso violenze, aggressioni, atti intimidatori e rapine. Il gruppo è stato bloccato e denunciato dagli agenti del XI Distretto San Paolo diretto da Massimiliano Maset e da quelli della Sezioni Volanti diretta da Massimo Improta.

Cinque al momento le vittime accertate

Ad essere derise e prese di mira con piccoli atti di bullismo dalla banda, tanto da costringerle a non frequentare più il quartiere, a causa di un forte stato di ansia e di paura sono state, per prime, 3 ragazze minorenni. A catalizzare l'attenzione dei giovani aggressori una borsa con i colori arcobaleno, indossata da una di loro e identificata dalla gang come simbolo di appartenenza al gruppo Lgbt. A finire nella rete di minacce e vessazioni da parte del gruppo anche il titolare di un'attività commerciale al quale, in diversi episodi nei quali i giovani si presentavano in branco, terrorizzando lui e il suo dipendente, sono stati rubati 2500 euro e danneggiati altri articoli in esposizione per la vendita. Altri due sono le aggressioni riconducibili alla banda. La prima quella ai danni di un ragazzo attirato in un parco pubblico dove è stato picchiato da una decina di appartenenti al gruppo, tra cui quello che lo aveva invitato con la scusa di risolvere una questione personale; l'altra un cittadino indiano malmenato perché aveva osato sedersi su una panchina all'interno del loro territorio.