Martedì 23 Aprile 2024

Avvocata uccisa a Roma dall'ex, convalidato l'arresto di Costantino Bonaiuti

L'udienza di convalida: l'indagato non ha risposto a gip. La Procura gli contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi. L'avvocato: "Non voleva uccidere"

L'avvocato Fabio Taglialatela, difensore di Costantino Bonaiuti

L'avvocato Fabio Taglialatela, difensore di Costantino Bonaiuti

Roma, 16 gennaio 2023 - Resta in carcere Costantino Bonaiuti, l'uomo che venerdì ha ucciso Martina Scialdone, 35 anni, avvocata, con cui aveva avuto una relazione. È quanto ha deciso il gip di Roma al termine dell'udienza di convalida disponendo il carcere per il 61enne.  L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei confronti dell'indagato la Procura di Roma contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi. 

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La difesa: "Non voleva uccidere" 

"Quella sera non voleva uccidere, ha avuto un istinto suicida. La pistola è stata tirata fuori per fare del male a se stesso: il colpo è partito e collima con le lesioni mortali che ha riportato la vittima ma non c'era l'intento di uccidere". Lo afferma l'avvocato Fabio Taglialatela, avvocato di Costantino Bonaiuti. Secondo il difensore del 61enne il colpo è "partito accidentalmente un colpo tant'è dall'esame del medico legale testimonia che ha avuto una traiettoria dall'alto verso il basso verso all'alto. Questo può significare solo una cosa: non c'era l'intento di uccidere da parte dell'indagato. La donna è stata colpita alla spalla destra"

Il giallo delle chiamate ai soccorsi

"Dagli atti non emerge alcuna chiamata alle forze dell'ordine". È quanto sostiene l'avvocato Taglialatela. "Quella sera c'è stata una litigiosità e se fosse stata interrotta repentinamente tutto sarebbe rientrato nella norma" aggiunge il difensore affermando che in questa fase dell'indagine non "è stata confermata la patologia tumorale" di cui sarebbe affetto l'indagato ma sono state confermate delle gravi patologie polmonari, cardiovascolari e psicologiche. Il giudice non ritiene che possano essere invalidanti rispetto alla detenzione in carcere ma ha predisposto una sorveglianza massima da parte dei sanitari del carcere Regina Coeli"