Ndrangheta, 76 arresti nei blitz della Dda. Colpita la cosca Bellocco

Nell'inchiesta 'Blu Notte' sono 93 gli indagati per associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da guerra, estorsioni, riciclaggio. Il principale indagato è Umberto Bellocco detto 'Chiacchiera': è ritenuto il boss reggente del clan di Rosarno

Le intercettazioni dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta 'Blu Notte' (Ansa)

Le intercettazioni dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta 'Blu Notte' (Ansa)

Roma, 13 dicembre 2022 - Una vasta operazione contro la 'ndrangheta è stata azionata questa mattina fra Reggio Calabria, Gioia Tauro e Brescia. I carabinieri hanno eseguito blitz e colpito le cosche Bellocco di Rosarno, Spada di Ostia e Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro. Sono 93 complessivamente gli indagati nell'inchiesta 'Blu Notte' che, nel filone reggino, ha portato all'arresto di 63 persone, di cui 47 in carcere e 16 ai domiciliari, e 2 all'obbligo di dimora. Sono indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Il principale indagato è Umberto Bellocco, 39 anni, detto 'Chiacchiera'. Dopo la morte dello zio Umberto Bellocco, detto 'Assi i mazzi', considerato il fondatore della sacra corona unita e deceduto il 22 ottobre scorso, il nipote è diventato il nuovo capo del clan. Grazie alle intercettazioni fatte dai carabinieri, il procuratore Giovanni Bombardieri e i pm Francesco Ponzetta e Andrea Sodani sono riusciti a registrare il passaggio di mano. Il nuovo reggente ha dimostrato di avere la completa gestione del sodalizio e il conseguente controllo di tutti i consociati e ha dato prova, secondo i pm, di essere un leader temuto: le persone ammesse a confrontarsi con lui hanno esternato sempre atteggiamenti ossequiosi ed accondiscendenti, dimostrando il loro assoggettamento.

'Chiacchiera' era in grado di comunicare anche dal carcere. Dopo la condanna per associazione mafiosa, definitiva dal 2014, Bellocco è stato detenuto a Lanciano, dove è anche entrato in contatto con alcuni esponenti degli Spada. La detenzione non gli ha impedito di rimanere "in comunicazione - scrive il gip - con l'esterno mediante una serie di telefoni e schede forniti grazie alla collaborazione di alcuni soggetti sia interni che esterni all'istituto". In questo modo Bellocco avrebbe potuto partecipare ai summit mafiosi, potendo espletare tutte quelle funzioni che gli sono state riconosciute come capocosca".

L'indagine della Dda di Reggio Calabria ha svelato gli interessi della consorteria mafiosa della Piana. In particolare i carabinieri del gruppo di Gioia Tauro hanno ricostruito le dinamiche interne alla cosca Bellocco, attiva nel narcotraffico, nel traffico delle armi, nelle estorsioni e nel controllo delle attività commerciali e imprenditoriali soprattutto nei territori dei Comuni di Rosarno e San Ferdinando. L'inchiesta ha dimostrato, inoltre, non solo gli interessi della famiglia mafiosa in molte zone del Paese, ma anche il dato che i Bellocco potevano contare su importanti ramificazioni all'estero.

Contestualmente agli arresti eseguiti in Calabria e collegata all'indagine della Dda di Reggio, è scattata l'operazione 'Ritorno' della Dda di Brescia, condotta dai carabinieri del Ros insieme allo Scico ed al Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia della guardia di finanza. Il gip lombardo ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per altri 13 soggetti accusati di associazione mafiosa, concorso esterno e tentata estorsione. Sei sono accusati anche di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro. Su richiesta del procuratore Francesco Prete è stato anche disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 4 milioni di euro, quale profitto dei reati in materia di imposte sui redditi ed iva. L'indagine, secondo gli investigatori, costituisce un esempio di collaborazione e coordinamento delle Dda di Reggio e Brescia sotto l'egida della Dna, che hanno consentito alle due Procure, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, di ridisegnato i nuovi equilibri della cosca Bellocco e le sue proiezioni nel Nord Italia.

Le indagini della Dda di Brescia sono partite dall'attività del Ros iniziata nel 2018 e che, sulla scia di quanto già accertato nell'indagine 'Nduja' del 2005, ha confermato la presenza della cosca Bellocco nelle province di Brescia e Bergamo.