In quella gigantesca caraffa a cielo aperto c’è l’incanto immersivo della Cité du Vin Il viaggio nell’enologia del Bordelais e del mondo diventa cultura, esplorazione, show e degustazione S’innalza per un decina di piani a fianco del fiume Garonne facendo pensare ad un gigantesco bicchiere mosso prima della degustazione o ad una voluminosa caraffa dove decantare un buon bianco o un mitico rosso del Bordelais. Non poteva che evocare il nettare di Bacco la “Cité du Vin” di Bordeaux (www.laciteduvin.com), capolavoro di estetica e di architettura contemporanea. Realizzata per celebrare la viticoltura locale e francese, ma anche per omaggiare tutte le terre elette dove si coltiva la vite. Ed è un percorso colto e iniziatico quello che si può fare in questa “Città del Vino”, viaggio nelle civiltà che hanno contribuito allo sviluppo dell’enologia ma anche nell’immaginario collettivo sul “bere bene” e sul rapporto tra vino, amore, potere e religione. Un’esperienza davvero particolare: che si esalta al ristorante panoramico, nei laboratori di degustazione e al concept-store dove le bottiglie sono presentate come gioielli. Fino al 28 agosto, mostra su “Picasso: l’effervescenza delle forme” attraverso i suoi disegni, i suoi dipinti e le sue ceramiche. All’ultimo piano c’è il belvedere: lo spettacolo del vino si lega a quello di Bordeaux che si distende appena sotto. www.france.fr e Bordeaux Città Patrimonio Unesco (www.nouvelle-aquitaine-tourisme.com) Bordeaux si regala un invidiabile albergo di charme. E la città trova il suo nuovo indirizzo di tendenza Soggiorni ispirati nell’originale Hotel de la Zoologie dove il passato scientifico convive con lo charme di oggi È provato: quando si arriva in un albergo, sono decisivi i primi dieci minuti. Bastano, eccome, per capire che l’Hotel de la Zoologie è un luogo particolare. Perché non c’è nulla di scontato in questo albergo 4 stelle del gruppo “HotelsT” ricavato in quello che un tempo, all’inizio del ‘900, era la sede dello storico Istituto di Zoologia di Bordeaux. Una bella sorpresa, peraltro a pochi passi dalla stazione e dal centro della città: un edificio sontuoso in pietra chiara e mattoni, grandi aperture verso l’esterno, un invidiabile rooftop, un ristorante di qualità, un giardino che è un’oasi di relax e 40 camere spaziose, suddivise in 3 diverse ali, ciascuna con un mood specifico: l’Ala della Botanica, quella della Zoologia e l’Ala della Geologia. Se l’arte dell’accoglienza è un tessuto, i titolari dell’Hotel de la Zoologie sono davvero dei bravi sarti. Indirizzo: 151 cours de la Marne. www.hotelzoologie.com Alla scoperta della perla del Périgord Noir corteggiata dai cineasti di mezzo mondo Strade incorniciate da eleganti dimore del passato. E le piazze celebrano le specialità golose del sud-ovest Sono una specie protetta, specie nella Nouvelle-Aquitaine che di cittadine dallo charme sconfinato ne conta a decine. Qualcuna è tanto speciale da essere citata ad esempio. E Sarlat lo è di sicuro, perla del Périgord Noir, tanto da essere scelta, nel 1962, dal Governo di Parigi come laboratorio del Piano di salvaguardia e tutela del Patrimonio. Del resto, nessuna località in Francia vanta una simile densità di edifici di prestigio (20 monumenti storici per ogni ettaro). E poche altre hanno attirato così tanto i cineasti e registi di mezzo mondo, perennemente in cerca di posti magici dove ambientare e girare i loro film. Peraltro, nel contesto ambientale della Dordogne, Dipartimento che gli stessi turisti internazionali paragonano spesso, per bellezza e paesaggi, alla Toscana. Impossibile non immortalare e postare su Instagram i suoi palazzi rinascimentali, le sue case rivestite di sculture e le sue scenografiche piazze incorniciate da café e piccole botteghe. Il top: il sabato mattina, quando l’animatissimo mercato ostenta le maggiori specialità gastronomiche della regione e la piccola Sarlat diventa l’ombelico del mondo. Ufficio del Turismo di Sarlat Périgord Noir: www.sarlat-tourisme.com Tra le pareti affrescate di Lascaux IV c’è tutta la magia artistica del Paleolitico Ricostruiti gli stessi ambienti, disegni e incisioni dell’originale “Cappella Sistina della Preistoria” È un regalo che arriva direttamente dal trapassato remoto. Devono averlo pensato anche i 4 giovani che nel 1940, a Lascaux, scoprirono per caso una cavità rocciosa rivestita di centinaia di pitture policrome realizzate tramite incisioni e pigmenti mineralibda uomini vissuti – si è poi saputo -20mila anni prima, ovvero nel Paleolitico. Una scoperta straordinaria. E un patrimonio artistico che, non a caso, i più grandi esperti del pianeta hanno definito come “La Cappella Sistina della Preistoria”. Giustamente protetta e preservata, quindi chiusa al pubblico. Ma da qualche anno, c’è la possibilità di accedere al vicino sito di “Lascaux IV” che, grazie a sofisticate tecniche digitali, riproduce esattamente gli ambienti e la magia della grotta originaria. Un vero must del turismo culturale: un seminterrato di oltre 8mila metri quadrati dove ammirare rappresentazioni e scene che riproducono bisonti e rinoceronti, felini e cervi. Emozione speciale. Le guide svelano tutti i segreti di questo capolavoro dell’arte rupestre. E c’è la possibilità, per i visitatori, di utilizzare tablet di ultima generazione in grado di ampliare l’esperienza visiva attraverso la realtà virtuale. www.lascaux.fr INFO sulla Nouvelle-Aquitaine: www.nouvelle-aquitaine-tourisme.com