Claudio Negri
Milano
«MARIO BALOTELLI?

Aspettiamo che torni dalle vacanze. Iturbe? Adesso vediamo. Neymar? Ahi, qui andiamo più sul difficile». Così Adriano Galliani al cancello, episcopale e sornione. Nonostante il rebus crittografato di Balotelli (venderlo se qualcuno lo vuole, tenerlo se nessuno lo vuole, come pare) la vita è bella. Ecco qua: tutti insieme — o quasi: gli otto nazionali s’intrupperanno il 22 luglio. Però ci sono i nuovi Jeremy Menez e Alex, sorrìdano prego — con rinnovata passione: la stagione agonistica 2014/2015 dei rossoneri è cominciata ieri a Milanello, più un’ouverture di concerto da camera che un primo, deciso risveglio muscolare: il profilo d’accetta di Pippo Inzaghi, assiso col resto del corpo su una panca di vernice fresca e con nove suoi involtini Primavera promossi, fendeva l’aria nel fondale di nuvole barocche, mentre l’inimitabile cute di Adriano Galliani mandava lampi e barbagli a banda larga. Era Milan Lab a prendersi in consegna la snella brigata degli alluci per un visibilio di test e di misteri ampollosi. Per il resto sono state ore di auguri incrociati e di discorsi del buon cammino: più alti e solenni quelli del Gran Condé del Milan, più tecnici e propedeutici quelli dell’allenatore della (si spera) una nuova provvidenza diabolica, dopo l’ingolfo rugginoso con Clarence Seedorf: il 4-3-3 inzaghesco, l’impianto modulistico dell’auspicata grifagna rinascita, sarebbe da giocare al lotto per quanto è citato da scribi e tifosi. Ma nell’ingorgo delle vicende umane è comunque bello, di tanto in tanto, fare tabula rasa e ricominciare giusta la filosofia scolastica di Adriano (Pappalardo). Adriano (Galliani) ha invece preferito unirsi al garbo disteso del popolo al cancello, sorridendo di sguincio per selfie al seltz. Oggi in via Aldo Rossi, in Casa Milan, sarà giorno lungo di incontri e presentazioni, da Barbara Berlusconi alle coreografie fumanti e apotropaiche della Curva Sud. A Pippo, l’Unto del Signore (di Arcore) sarà riservata la liturgia di presentazione agli scribi, nell’ora del Vespro.
Il resto è in fervido divenire, col matassone del mercato: nell’attesa di Alessio Cerci e di Sime Vrsaljko ma con Adil Rami riconquistato dal Milan per 4 milioni. Quanto na quello che una volta si definiva top player, che dire: Juan Iturbe no, magari Edin Dzeko sì. Forse.