ROMA
HA RACCONTATO
la sua storia di giovane malata con gravi patologie sopravvissuta grazie ai farmaci testati sugli animali. Per questo Caterina Simonsen (nella foto), 25enne di Padova che studia veterinaria a Bologna, ha detto di aver ricevuto insulti e minacce di morte da sedicenti animalisti. Una vicenda venuta alla luce nelle ultime ore e che Caterina non vuole più commentare («Sto male, non disturbatemi»), ora in ospedale per problemi legati alle patologie che l’affliggono. Però, pur al riparo dalle polemiche, per lei è arrivata tanta solidarietà e non soltanto dal web.
Anche il segretario del Pd Matteo Renzi ha voluto precisare di «stare con Caterina» e, con lui, il governatore della Toscana, Rossi. Solidarietà è giunta dall’Università di Bologna, dove studia. «Le offese e le minacce — ha detto Pier Paolo Gatta, direttore del dipartimento — sono da respingere nel modo più categorico. Vogliamo far sentire a Caterina la nostra solidarietà anche perché lei sta vivendo una vita difficile». È intervenuto anche il senatore Carlo Giovanardi che si è chiesto perché le associazioni animaliste, chiamate in causa perché prendessero le distanze dai violenti, non si fossero fatte sentire.
Cosa che, invece, è avvenuta. Sia la Lav che l’associazione guidata da Michela Vittoria Brambilla che il Pae, Partito animalista europeo, hanno affidato alle parole della biologa e ricercatrice (Università di Genova) malata di Sla, Susanna Penco, la loro replica. La Penco premette che il rispetto non può mai venir meno e poi spiega perché sia contraria alla sperimentazione animale, da lei ritenuta non attendibile. Susanna Penco scrive: «Se si abbandonasse un metodo fuorviante e ci si concentrasse sull’uomo, i progressi della scienza sarebbero più rapidi ed efficaci: io spero risolutivi». Da parte sua il Partito animalista europeo ha sollecitato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a far ripartire il Tavolo sui metodi di ricerca alternativi, inaugurato da Balduzzi e in stand-by.
s. m.