Benedetta Salsi
SANTAGOSTINO (Ferrara)
È LA VOGLIA di ricominciare. Di alzare la testa. Di non mollare. Anche se «ancora manca lagibilità totale dellazienda, siamo tornati a lavorare. Aspettiamo a ore lispezione dei vigili del fuoco».
Bruno Morabito, 47 anni, responsabile di produzione della Tassinari Bilance di SantAgostino, sorride. Dopo il terremoto che ha raso al suolo lintero Alto ferrarese, si vedono spiragli di luce.
Sono gli imprenditori dalle maniche rimboccate. Quelli le cui fabbriche sono rimaste in piedi, almeno in parte. Il minimo che basta. Perché lunica maniera per saltarci fuori, dicono, è il lavoro. Di fianco alle loro ditte ci sono le macerie delle società che fino a tre giorni fa erano la concorrenza. Oggi molte (troppe) non ci sono più. I capannoni, a centinaia, uno in fila allaltro come in un macabro scherzo grafico si sono accartocciati. E, con loro, la vita di migliaia di famiglie che, in qualche modo, devono pur tirare avanti. E allora lunica soluzione «è tornare attivi», incalza il responsabile.
Fuori, per tanti suoi colleghi, è ancora linferno. Voi lavorate.
«Noi siamo stati fortunati, ci è andata bene rispetto ad altri. Le strutture sono lesionate solo in parte».
Che cosa avete trovato al rientro?
«Ci sono danni agli uffici del piano superiore; crepe più che altro. Ma computer e rete, funzionavano fin da subito. Abbiamo anche attivato il fax. Lunico problema è stata liniziale assenza di elettricità».
Manca solo il via libera.
«Sì, adesso attendiamo lispezione dei pompieri per labitabilità; per essere più tranquilli, soprattutto per quanto riguarda i mezzi di sollevamento. Ma stiamo già lavorando».
Quanti siete?
«In tutto 26 dipendenti. Allopera già una decina. Produciamo bilance industriali ed elettromedicali, con un fatturato di 10 milioni di euro lanno. Dovevamo per forza mandare avanti il reparto commerciale».
Ordini?
«Ne abbiamo. Non siamo ancora a regime, ma la produzione cè. Ci sono spedizioni urgenti per il Medio Oriente che non possiamo mancare. E, di certo, non ci fermeremo».
Razza forte, quella emiliana.
«Contiamo di ripartire il prima possibile come prima. Anzi, meglio di prima. Lunico problema sono queste scosse che non accennano a diminuire. Quelle, davvero, mettono un po di ansia».
SANTAGOSTINO (Ferrara)
È LA VOGLIA di ricominciare. Di alzare la testa. Di non mollare. Anche se «ancora manca lagibilità totale dellazienda, siamo tornati a lavorare. Aspettiamo a ore lispezione dei vigili del fuoco».
Bruno Morabito, 47 anni, responsabile di produzione della Tassinari Bilance di SantAgostino, sorride. Dopo il terremoto che ha raso al suolo lintero Alto ferrarese, si vedono spiragli di luce.
Sono gli imprenditori dalle maniche rimboccate. Quelli le cui fabbriche sono rimaste in piedi, almeno in parte. Il minimo che basta. Perché lunica maniera per saltarci fuori, dicono, è il lavoro. Di fianco alle loro ditte ci sono le macerie delle società che fino a tre giorni fa erano la concorrenza. Oggi molte (troppe) non ci sono più. I capannoni, a centinaia, uno in fila allaltro come in un macabro scherzo grafico si sono accartocciati. E, con loro, la vita di migliaia di famiglie che, in qualche modo, devono pur tirare avanti. E allora lunica soluzione «è tornare attivi», incalza il responsabile.
Fuori, per tanti suoi colleghi, è ancora linferno. Voi lavorate.
«Noi siamo stati fortunati, ci è andata bene rispetto ad altri. Le strutture sono lesionate solo in parte».
Che cosa avete trovato al rientro?
«Ci sono danni agli uffici del piano superiore; crepe più che altro. Ma computer e rete, funzionavano fin da subito. Abbiamo anche attivato il fax. Lunico problema è stata liniziale assenza di elettricità».
Manca solo il via libera.
«Sì, adesso attendiamo lispezione dei pompieri per labitabilità; per essere più tranquilli, soprattutto per quanto riguarda i mezzi di sollevamento. Ma stiamo già lavorando».
Quanti siete?
«In tutto 26 dipendenti. Allopera già una decina. Produciamo bilance industriali ed elettromedicali, con un fatturato di 10 milioni di euro lanno. Dovevamo per forza mandare avanti il reparto commerciale».
Ordini?
«Ne abbiamo. Non siamo ancora a regime, ma la produzione cè. Ci sono spedizioni urgenti per il Medio Oriente che non possiamo mancare. E, di certo, non ci fermeremo».
Razza forte, quella emiliana.
«Contiamo di ripartire il prima possibile come prima. Anzi, meglio di prima. Lunico problema sono queste scosse che non accennano a diminuire. Quelle, davvero, mettono un po di ansia».
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