di ANDREA GIANNI
— VARESE —

UN FERMO e tre denunce, al termine di una decina di perquisizioni eseguite in tutta la provincia di Varese. È il bilancio della prima fase delle indagini condotte da carabinieri e polizia con la collaborazione dei Ros di Milano, dopo l’attentato alla sede della Lega Nord di Gemonio nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, quando due persone, con il cappuccio calato in testa per non farsi riconoscere, hanno fatto esplodere due petardi artigianali mandando in frantumi le vetrate. I tre indagati, residenti nella zona, non sono accusati di essere gli autori materiali dell’attentato, nè ci sono al momento elementi per sostenere che il materiale esplosivo sequestrato al giovane fermato sia compatibile con quello utilizzato per l’attacco alla sede del Carroccio.
Il giovane fermato per detenzione di esplosivi (provvedimento in attesa di convalida) ha solo 21 anni ed è elettricista. Nella sua casa gli investigatori hanno trovato polvere nera, biglie in metallo, pinze e alcuni circuiti elettrici. Ai due denunciati, un 26enne e un 28enne residenti in provincia di Varese, è stato contestato il reato di detenzione abusiva di una spada e di diversi coltelli. Sono giovani considerati collegati all’area anarchica e antagonista.



DURANTE le perquisizioni sono stati sequestrati anche volantini con la scritta ‘Antifa’, la stessa comparsa nella notte di martedì sul muro di fianco alla sede del Carroccio presa di mira, a una cinquantina di metri dalla casa del leader della Lega, Umberto Bossi. Un terzo giovane è stato denunciato dai carabinieri. Nella sua casa è stato rinvenuto il bossolo di una vecchia granata.
Ieri intanto Bossi non ha escluso che gli indagati siano ragazzi conosciuti in paese a Gemonio. «Mi hanno detto — ha dichiarato — che le loro famiglie dovrebbero essere leghiste. I miei figli li conoscono». Anche per questo in casa Bossi si ritiene che non siano stati loro a fare esplodere i petardi. «L’atto in sè — ha sottolineato il senatùr — non è stata una cosa tanto grave, quanto un messaggio inaccettabile».