FIRENZE
LA PROCURA di Roma ha aperto unindagine per verificare eventuali iniziative di ostacolo allattività di vigilanza di Bankitalia sul Credito Cooperativo Fiorentino, listituto di credito del quale è stato presidente per 20 anni, e fino allo scorso luglio, Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl. Il fascicolo, affidato al procuratore aggiunto Nello Rossi e al sostituto Stefano Pesci, del pool reati contro leconomia, è stato aperto contro ignoti sulla base di una relazione redatta da Bankitalia e consegnata non solo alla procura di Firenze, che sta accertando presunte irregolarità dellistituto di credito, ma anche, sotto il profilo degli ostacoli alla vigilanza, alla magistratura romana. Questultima, che ha delegato gli accertamenti al nucleo di polizia valutaria della finanza, dovrà quindi verificare leventuale sussistenza di responsabilità degli organi direttivi della banca.
TUTTI questi accertamenti rientrano nella lunga serie di verifiche che anche la procura di Firenze sta svolgendo. I magistrati si muovono su due binari: il primo relativo alla relazione degli ispettori di Bankitalia, che hanno scavato sulla gestione dellistituto, il secondo rispetto alle attività compiute negli ultimi tempi. Finora, nel corso delle loro indagini, gli inquirenti fiorentini avrebbero appurato la solidità patrimoniale del Credito Cooperativo Fiorentino, anche se gli ispettori di Bankitalia hanno messo in evidenza ben altro: Verdini, secondo la relazione, «ha omesso di fornire piena informativa circa la sussistenza di propri interessi potenzialmente in conflitto con quelli del Credito Cooperativo Fiorentino per affidamenti complessivamente ammontanti a 60,5 milioni di euro», destinati a iniziative «in parte connotate da situazioni di difficoltà finanziaria». Si parla di «gravi carenze» degli organi aziendali, di un esecutivo della banca «scarsamente autorevole» e di un collegio sindacale «privo di sufficiente indipendenza». Tutto questo avrebbe fatto scattare la nuova ipotesi di reato relativa a ostacoli allattività di vigilanza che in questo momento è ipotizzato dalla procura di Roma e di Firenze.
INTANTO presidenza del Consiglio e ministero delle Infrastrutture si sono costituite parte civile nel processo per lappalto della scuola marescialli di Firenze. I giudici della I sezione del tribunale di Roma hanno accolto listanza presentata dallavvocato di parte civile, Massimo Giannuzzi, nel corso della prima udienza del processo che vede imputati lex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, lex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, limprenditore campano Francesco Maria De Vito Piscicelli e il manager Riccardo Fusi (la cui posizione è stata stralciata per mancata notifica). Laccusa ipotizzata è di concorso in corruzione.
Giampaolo Marchini
LA PROCURA di Roma ha aperto unindagine per verificare eventuali iniziative di ostacolo allattività di vigilanza di Bankitalia sul Credito Cooperativo Fiorentino, listituto di credito del quale è stato presidente per 20 anni, e fino allo scorso luglio, Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl. Il fascicolo, affidato al procuratore aggiunto Nello Rossi e al sostituto Stefano Pesci, del pool reati contro leconomia, è stato aperto contro ignoti sulla base di una relazione redatta da Bankitalia e consegnata non solo alla procura di Firenze, che sta accertando presunte irregolarità dellistituto di credito, ma anche, sotto il profilo degli ostacoli alla vigilanza, alla magistratura romana. Questultima, che ha delegato gli accertamenti al nucleo di polizia valutaria della finanza, dovrà quindi verificare leventuale sussistenza di responsabilità degli organi direttivi della banca.
TUTTI questi accertamenti rientrano nella lunga serie di verifiche che anche la procura di Firenze sta svolgendo. I magistrati si muovono su due binari: il primo relativo alla relazione degli ispettori di Bankitalia, che hanno scavato sulla gestione dellistituto, il secondo rispetto alle attività compiute negli ultimi tempi. Finora, nel corso delle loro indagini, gli inquirenti fiorentini avrebbero appurato la solidità patrimoniale del Credito Cooperativo Fiorentino, anche se gli ispettori di Bankitalia hanno messo in evidenza ben altro: Verdini, secondo la relazione, «ha omesso di fornire piena informativa circa la sussistenza di propri interessi potenzialmente in conflitto con quelli del Credito Cooperativo Fiorentino per affidamenti complessivamente ammontanti a 60,5 milioni di euro», destinati a iniziative «in parte connotate da situazioni di difficoltà finanziaria». Si parla di «gravi carenze» degli organi aziendali, di un esecutivo della banca «scarsamente autorevole» e di un collegio sindacale «privo di sufficiente indipendenza». Tutto questo avrebbe fatto scattare la nuova ipotesi di reato relativa a ostacoli allattività di vigilanza che in questo momento è ipotizzato dalla procura di Roma e di Firenze.
INTANTO presidenza del Consiglio e ministero delle Infrastrutture si sono costituite parte civile nel processo per lappalto della scuola marescialli di Firenze. I giudici della I sezione del tribunale di Roma hanno accolto listanza presentata dallavvocato di parte civile, Massimo Giannuzzi, nel corso della prima udienza del processo che vede imputati lex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, lex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, limprenditore campano Francesco Maria De Vito Piscicelli e il manager Riccardo Fusi (la cui posizione è stata stralciata per mancata notifica). Laccusa ipotizzata è di concorso in corruzione.
Giampaolo Marchini
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