Zelensky in Europa: "Accordo segreto con Macron e Scholz". Nuovo scontro Italia-Francia

Applausi al presidente dell’Ucraina, l’Ue apre all’invio dei caccia. Meloni contro l’Eliseo: "Inopportuno escluderci dal vertice con la Germania". La replica: "Abbiamo ruoli diversi"

Volodymir Zelensky torna a casa dal tour europeo (Londra, Parigi e Bruxelles) con promesse pubbliche e accordi segreti, ma il vertice europeo registra a margine anche un ennesimo scontro tra Italia e Francia, innescato dalla decisione di Macron e Scholz di incontrare Zelensky separatamente, mercoledì sera a Parigi, tagliando fuori ancora – come il 25 gennaio scorso e per per la missione a Washington dei ministri delle Finanze tedesco e francese – il nostro Paese. Oltretutto ieri avrebbe dovuto svolgersi un faccia a faccia “riparatore“ tra Meloni e Zelensky, che invece – smacco ulteriore – è saltato a favore di una serie di incontri a cinque tra il presidente ucraino i leader del Consiglio Europeo.

Meloni: "No a Ue come Titanic: prima o terza classe, affondano tutti". Macron ha sbagliato

Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron (Ansa)
Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron (Ansa)

A margine del primo incontro (con Italia, Svezia, Olanda, Polonia, Romania e Spagna) Meloni ha potuto parlare qualche minuto, in piedi, su iniziativa del presidente ucraino, con Zelensky che l’ha ringraziata per l’impegno del nostro paese. Ma il breve incontro è una magra soddisfazione. La premier è molto seccata del comportamento della Francia, e lo fa sapere in un punto stampa organizzato all’ultimo minuto. "Quella del presidente francese è un’iniziativa inopportuna – dice a chiare lettere – perché la forza dell’Europa sono unità e compattezza. Ora, io capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. E questo mi pare uno di quei casi".

La replica è gelida. "Sulle parole di Meloni non ho commenti da fare", taglia corto Macron rispondendo ai cronisti al suo arrivo al summit. "Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz – dice – e penso che eravamo nel nostro ruolo. La Germania e la Francia hanno un ruolo particolare, da otto anni, sull’Ucraina, e penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole". Meloni, è il sottinteso, se ne faccia una ragione.

Il presidente ucraino è comunque soddisfatto dalla sua seconda missione all’estero. Applausi e standing ovation nell’emiciclo di Bruxelles, dipendenti e funzionari accalcati sui ballatoi pur di vederlo dal vivo. "Gloria all’Ucraina", ha esordito come d’abitudine affrontando gli eurodeputati. E una porzione dell’aula gli ha risposto a tono, come si fa in patria: "Gloria agli eroi!". Zelensky ha abbassato il capo e ha ricacciato a fatica le lacrime.

"La mia visita a Londra – dice alla stampa – ha portato a frutti concreti, per quanto riguarda la formazione dei piloti e i missili a lungo raggio. E così quella a Parigi. C’è un lungo percorso invece per arrivare a ottenere jet da combattimento. Ci sono molte decisioni prese ma non rese pubbliche: quando avverrà lo sapremo", dice il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, che poi in una conferenza stampa aggiunge: "Ci sono alcune decisioni positive riguardo agli aerei da combattimento che sono rimaste dietro le quinte: non si vuole preparare completamente la Federazione Russa".

Già. "La questione della fornitura di armi a lungo raggio e jet militari all’Ucraina è stata risolta. Dettagli tra breve" aveva scritto ieri sul suo canale Telegram Andrey Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, che poco dopo ha modificato il messaggio come segue: "La questione delle armi a lungo raggio e degli aerei da combattimento per l’Ucraina sembra possa essere risolta". I toni vengono annacquati con l’obiettivo di non avvantaggiare la Russia informandola in anticipo delle decisioni.

Secondo fonti Nato, Francia e Germania hanno un accordo di massima sul trasferimento di aerei da combattimento (Dassault Rafale o Euroghter Thyphoon) a medio termine (6-8 mesi), da annunciarsi se ci sarà la temuta offensiva russa di fine febbraio e soprattutto nel frattempo hanno dato il parere favorevole franco-tedesco (ma ora serve l’ok americano) al trasferimento entro aprile di aerei di fabbricazione sovietica all’Ucraina. Si tratterebbe di almeno 11 Mig, 29 slovacchi (su un totale di 24) e dei 23 Mig 29 monoposto polacchi. Zelensky non vuole farlo sapere perché conta su quegli aerei per la controffensiva di primavera all’attacco russo. La guerra continua, come prima e più di prima, e l’obiettivo è per entrambi i contendenti incamerare vittorie sul campo, e poi, una volta esaurita la spinta, trattare.