Martedì 23 Aprile 2024

Cofferati sferza il Pd: "Non ha una proposta. Pensa solo al potere"

L’ex europarlamentare: non dà risposte, il suo popolo è disorientato. "Il lavoro è il tema centrale del momento e non è possibile eluderlo. I valori storici sono annebbiati così l’astensionismo cresce ogni anno"

Sergio Cofferati, classe 1948, è stato leader della Cgil dal 1994 al 2002

Sergio Cofferati, classe 1948, è stato leader della Cgil dal 1994 al 2002

Sergio Cofferati (ex sindaco di Bologna, poi per dieci anni europarlamentare) nel Pd, il suo ex partito, si è faticosamente raggiunto un accordo sul voto online alle primarie, ma agli elettori del partito par di sognare. Dov’è finita la proposta politica? Lei che cosa ne pensa?

"Credo che al momento nel Pd manchi una proposta politica di sinistra. Nel Paese c’è ancora una sinistra sociale, ma non ci sono persone in grado di rappresentarla e nel Pd ancora meno".

Il M5s ha tolto al Pd molte parole d’ordine di sinistra che storicamente gli appartenevano e questo ha fatto crescere i grillini a scapito dei dem...

"Diciamo però anche che il M5s non si è mai dichiarato partito di sinistra, men che meno di sinistra tradizionale. Ma ha colto alcuni aspetti di carenza di risposta politica a sinistra e hanno cercato di dare delle soluzioni, a partire dal reddito di cittadinanza. Al Pd è mancato, e manca tuttora, una rappresentanza capace di dare risposte a una parte del Paese in grande difficoltà e questo il Pd lo ha pagato in termini elettorale e di iscritti. Insomma, non si può solo pensare ai risultati elettorali in termini di conquista del potere e del governo, bisogna anche pensare a dare soluzioni politiche a un popolo di sinistra che ora è disorientato".

Ma, insomma, Cofferati, che cosa manca oggi al Pd?

"Il primo problema riguarda la linea politica, il tipo di orientamento che si vuole costruire per mettere le basi del rapporto con i cittadini. Ma il problema principale è che oggi il Pd non si presenta come un partito portatore dei valori che sono storicamente di sinistra, i valori di un tempo, che sono anche quelli dei partiti di sinistra che l’hanno preceduto e che comunque sono i valori delle radici e della tradizione di sinistra. Questa carenza i cittadini-elettori la colgono tutta e nei fatti si traduce poi nella crisi elettorale che vediamo".

I valori, certo. Ma per qualcuno sono una zavorra da archiviare.

"Non si può. Quando dico valori dico quelli che sono i fondamentali per un partito politico. Perché è lì che dimostri chi sei, perché è lì, che la società si forma e che tu puoi contribuire a plasmare. Ecco, in questa fase, quei valori, nelle attuali politiche del Pd, risultano annebbiati, non sono più riconoscibili con chiarezza".

Che cosa li ha annebbiati, a suo giudizio?

"Negli ultimi anni il Pd è stato al governo con altre forze politiche di diversa connotazione e lo ha fatto per ragioni di puro tatticismo, che poi ha scontato nelle urne elettorali, lasciando che i propri valori di riferimento fossero messi in secondo piano. Questo, nel tempo, ha eroso il consenso elettorale e ha fatto dire a molti elettori “io quel partito non lo voto più“. E d’altra parte, se uno va a vedere da dove parte tutto l’astensionismo di questi anni, si rende conto che una larga fetta di quelle persone che non vanno a votare sono proprio ex elettori di quella sinistra che un tempo era rappresentata dal Pd... insomma, sacrificare i propri ideali sull’altare del potere si paga a caro prezzo; il potere - per carità - è un’ambizione legittima, ma non può essere l’obiettivo sull’altare del quale si rinuncia alla propria identità".

E adesso, alle porte di un congresso costituente, qual è la proposta che potrebbe far rinascere il Pd?

"Io questa proposta non la vedo"

Che cosa servirebbe, allora?

"Bisognerebbe fare una proposta di struttura, poi di collocazione internazionale, poi di politiche economiche e sociali, di politiche che diano risposte alle richieste dei cittadini, a partire dai problemi economici e del lavoro".

Il lavoro. Sembra che nel Pd si abbia paura a parlarne; nessuno dei 4 candidati alla segreteria, forse a eccezione di Cuperlo, lo mette in cima alla propria proposta...

"È Invece il tema centrale del momento. In Italia ce n’è poco ed è mal pagato, non garantisce i diritti delle persone. Ecco, questo tema dovrebbe essere al centro dell’azione politica, il Pd dovrebbe anche sporcarsi le mani in Europa su questo; non esiste una sinistra che non abbia al centro i diritti individuali dei cittadini e i temi del lavoro. Il Pd non può eludere il tema. Ci sono degli obblighi ben precisi a sinistra!".

C’è bisogno di più parole di sinistra nel Pd?

"È il Paese che ha bisogno di un partito che sia in grado di dare risposte economiche che rendano adeguate le condizioni di vita dei cittadini, solo così il Pd può essere in grado di reinventarsi, cogliendo questa sfida. Non vedo altra possibilità".