Totoministri, il nodo vicepremier. Di Maio potrebbe restare fuori

La Trenta dalla Difesa a Bruxelles; Viminale a Orlando, Franco al Tesoro

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Roma, 30 agosto 2019 - I tempi sono stretti. Entro la fine della prossima settimana il premier potrebbe già presentarsi al Quirinale con la lista dei ministri. Il M5s fa quadrato su Di Maio e sul ruolo che dovrà avere nel nuovo governo. Ma è difficile che possa indossare di nuovo la casacca del vicepremier. La casella, se dovesse effettivamente esserci, sarà unica e targata Pd: in questo caso il nome che circola è quello di Dario Franceschini. I Pentastellati potrebbero però incassare la poltrona di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: il candidato più accreditato è Vincenzo Spadafora. E, di Maio? Per il leader del Movimento è sempre disponibile il dicastero della Difesa. Ma c’è anche chi non esclude che possa passare la mano e restare fuori dalla squadra dell’esecutivo. In questo caso, per la Difesa, potrebbe spuntarla Marco Minniti. Graziano Delrio, invece, dovrebbe andare al ministero del Welfare.

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C’è poi un’altra grana sull’orizzonte dell’esecutivo: la casella del commissario Ue. Prima della crisi, la poltrona sarebbe toccata alla Lega. Ma ora fa gola anche ai Cinquestelle, che vedrebbero bene a Bruxelles Elisabetta Trenta, soprattutto se dovesse lasciare la Difesa. Il cambio in corsa dell’esecutivo comunitario potrebbe risultare indigesto al Pd, pronto a giocare la carta di Paolo Gentiloni. In ogni caso, per l’ex premier, resterebbe aperta la strada del ministero degli Esteri. Altro nodo da sciogliere, quello del Viminale. Il posto di Salvini fa gola ad entrambi gli schieramenti. Alla fine potrebbe spuntarla una figura tecnica, come l’attuale capo della Polizia, Franco Gabrielli o il Prefetto Mario Morcone, che piace anche ai Pentastellati per le sue posizioni anti-Lega. Ma si parla anche di un ministro politico nel caso in cui Conte decidesse di fare da solo senza vice-premier. In questo caso all’Interno potrebbe approdare il vice di Zingaretti, Andrea Orlando, anche per segnare la discontinuità rispetto alle politiche salviniane.

Resta poi, sul tavolo, la questione delle quote-rosa. Zingaretti ha chiesto a Conte un’adeguata presenza di donne nella squadra. Fra le candidate Dem ci sono Deborah Serracchiani (per il ministero della Salute), Teresa Bellanova, Lia Quartapelle e la renziana Anna Ascani (Beni Culturali). Oltre, naturalmente, alla vice segretaria del Pd, Paola de Micheli, che aspira alla guida del Ministero dello Sviluppo Economico. Potrebbe essere al femminile anche il dicastero dell’Economia: crescono le quotazioni di Lucrezia Reichlin. Ma potrebbe vedersela con un outsider come l’ex numero due di Bankitalia, Salvatore Rossi o con lo stesso Giovanni Tria, oppure con l’ex Ragioniere dello Stato, Daniele Franco.