Maurizio Lupi: "Tocca ai moderati guidare il centrodestra"

Il presidente di Noi con l'Italia: "Lo strappo sul Colle dimostra che la coalizione non può essere rappresentata solo da Lega e Fd’I"

Maurizio Lupi, 62 anni, presidente di Noi con l’Italia

Maurizio Lupi, 62 anni, presidente di Noi con l’Italia

Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), il centrodestra è imploso, adesso è necessaria una "ricostruzione", come sottolineato da più parti. Vede i presupposti per questa ripartenza?

"Intanto va detto che i nostri valori di centrodestra, come la libertà o la responsabilità della società civile, non possono restare senza una rappresentanza politica adeguata. Visto quello che è accaduto bisogna comprendere come rimettersi in gioco e come guardare al futuro, assumendosi la responsabilità di fare scelte concrete, con ogni soggetto della coalizione che porta all’interno del centrodestra la sua diversità. Insomma, il centrodestra non può essere portatore di un’unica proposta culturale. Ma stiamo rischiando di non centrare l’obiettivo di una proposta di governo moderata".

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Chi potrebbe essere il leader di una proposta moderata? Pier Ferdinando Casini, per esempio?

"È assolutamente prematuro parlarne".

E perché rischiate di non centrare questo obiettivo?

"Nell’ultimo periodo è venuta a mancare, dentro il centrodestra, quella valorizzazione della proposta moderata originaria di Berlusconi che invece era alla base del patto federativo con gli alleati, basato appunto sui grandi valori della destra italiana, cattolica, liberale, socialista riformista. L’elettorato del centrodestra è finito, invece, per essere rappresentato solo da Lega e Fratelli D’Italia. Noi dobbiamo chiarire non solo il ruolo centrista nel centrodestra, ma anche lo sbocco elettorale: questa alleanza è figlia di un sistema maggioritario..."

Ora si comincia a parlare di un ritorno al proporzionale...

"Non credo che si debba rinnegare questa cultura politica, quella del bipolarismo, che è un elemento di conquista della seconda Repubblica negli ultimi 25 anni. Per superare la crisi che attraversa ora anche la nostra proposta di governo del Paese, però, penso si debba ritornare ai valori rappresentati da Forza Italia rimettendoci insieme per interpretare e analizzare quello che ci chiede la società civile a noi vicina. Ecco, questa interpretazione si è persa, facendoci commettere errori molto profondi".

Quali, in particolare, nell’ultimo periodo?

"Beh, il primo è stato alle amministrative, il secondo, senz’altro più doloroso, quello istituzionale che è avvenuto durante questa elezione del presidente della Repubblica. Ecco, bisogna comprendere cosa è successo, perché la domanda che si è posta Giorgia Meloni nei giorni scorsi, se – cioè – ci sono le condizioni per la ricostruzione del centrodestra, va posta con molta forza per vedere come ricostruire e a quali condizioni poter proseguire il percorso politico insieme, nel segno di una politica sempre più popolare e sempre meno populista".

Visto questi presupposti, secondo lei la legislatura arriverà a fine naturale?

"È stata scelta la permanenza di Draghi al governo e il ritorno di Mattarella al Quirinale: una crisi provocherebbe una slavina capace di portarsi via tutto. Quanto al centrodestra, credo che valga la pena di ricordare una frase di Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina: “Molto ragionamento e poca osservazione, conducono all’errore, molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità“".