Mercoledì 18 Giugno 2025
REDAZIONE POLITICA

Terzo mandato, il governo impugna la legge della Provincia di Trento. Lega contraria. Rabbia di Fugatti: “Atto molto pesante”. Salvini: “Questione locale”

Fonti del governo: “Nessun atto politico”. La legge della Provincia autonoma innalza da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente dell’ente

Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento

Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento

Roma, 19 maggio 2025 - Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha impugnato di fronte alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha innalzato da due a tre il limite dei mandati consecutivi possibili per il presidente dell'ente. Sul provvedimento, a quanto viene riferito, si è registrato il voto contrario della Lega che, viene precisato dal partito, ha confermato, attraverso i suoi ministri, la posizione contraria all'impugnatura. Non c'è stato un voto contrario, si sottolinea.

"Lo riteniamo un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell'autonomia trentina, con una chiara valenza politica", è il commento del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. "Le autonomie speciali - ha aggiunto - come la Corte costituzionale ha detto tra le righe nella sentenza della Campania, hanno potere legislativo esclusivo su questa materia. Quindi riteniamo questo un atto contro l'autonomia del Trentino". 

"Siamo nella fase della presa d'atto dell'importante scelta istituzionale, pesante, nei confronti dell'autonomia, vedremo il da farsi", ha proseguito il presidente della Provincia di Trento.

Tuttavia, fonti presenti al Cdm precisano che non si è svolto un vero e proprio voto sulla questione, ma i ministri del partito di Matteo Salvini avrebbero comunque ribadito la loro contrarietà. Secondo fonti vicine al dossier, l'impugnazione rappresenta uno "strumento tecnico": dalla riunione - che si sarebbe svolta in un clima definito "tranquillo" - è emerso che "sul terzo mandato si ragiona". L'obiettivo dell'impugnazione sarebbe dunque quello di fare chiarezza "su un quadro più ampio" dal punto di vista legislativo, in vista di un coinvolgimento di tutte le forze politiche. Ad ogni modo, l'impugnazione, sottolinea all'Adnkronos un'altra fonte governativa, "non è un fatto politico, atteso che il mandato di Fugatti scade nel 2028 e quindi la pronuncia della Corte costituzionale arriverà per tempo".

Salvini ha derubricato la questione a “locale”. "Nessun problema, questioni locali", ha detto laconicamente. 

La legge trentina, impugnata dal Consiglio dei ministri, è stata approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige. Presentato dal capogruppo della Lega Mirko Bisesti, il testo, passato con 19 sì e 16 voti contrari, modifica la legge elettorale provinciale del 2003 e si compone di un unico articolo, che introduce la possibilità per il presidente della Provincia di svolgere un terzo mandato. Grazie alla sua approvazione, il leghista Fugatti potrebbe, nel 2028, ricandidarsi per la terza volta consecutiva alla presidenza della Provincia autonoma, possibilità vietata dalla legge nazionale che, nel 2004, ha introdotto il limite di due mandati consecutivi per i governatori. L'approvazione della legge trentina ha provocato una spaccatura interna alla maggioranza e all'interno del gruppo locale di Fratelli d'Italia. Due consiglieri FdI, Francesca Gerosa e Daniele Biada, hanno infatti votato contro la legge; gli altri due, Carlo Daldoss e Christian Girardi, si sono pronunciati a favore, in contrasto alle indicazioni del partito. Daldoss e Girardi hanno poi lasciato il partito.

La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Campania che avrebbe consentito al presidente della Regione Vincenzo De Luca, del Partito Democratico, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Era stato il Consiglio dei ministri a impugnare di fronte alla Corte la legge regionale della Campania, che era stata approvata lo scorso novembre con l'intento di permettere la terza candidatura di De Luca nel 2025, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi. Ora la Consulta dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, che è a statuto speciale e, a differenza di quelle a statuto ordinario come la Campania, gode di diverse forme di autonomia su come può governarsi.