Mercoledì 24 Aprile 2024

Sale la tassa di soggiorno. Turismo, rischio stangata

Nelle località dove i visitatori sono 20 volte i residenti si pagherà fino a 10 euro. E spunta l’emendamento sull’8 per mille: da destinare all’edilizia scolastica

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Roma, 30 novembre 2019 -  Per i turisti delle città più gettonate d’Italia sarà una vera e propria stangata. Nel decreto fiscale, spunta, a sorpresa, una norma che raddoppia la tassa di soggiorno nelle località top del Bel Paese. Quelle mete che registrano un flusso di visitatori superiore di almeno venti volte il numero dei residenti. 

La modifica al decreto fiscale è stata approvata ieri dalla Commissione Finanze della Camera. L’emendamento, a prima firma della parlamentare Dem Martina Nardi, è stato riformulato per aumentare il tetto massimo della tassa pagata dai turisti, fissato, al momento, a un massimo di 5 euro. L’elenco delle mete che potranno applicare l’aumento è lungo, anche se la lista definitiva dei Comuni che potranno far salire la tassa da 5 a 10 euro con un decreto ministeriale ad hoc sarò stilato nelle prossime settimane. È possibile, tuttavia, fare già alcune simulazioni sulla base del rapporto fra numero dei turisti e abitanti registrato nel 2018. Ad esempio: finirà nell’elenco definitivo il Comune di Rimini che, a fronte di 150mila residenti, ha registrato oltre 7,4 milioni di presenze. Stesso discorso per Jesolo, 26mila residenti e 5 milioni di visitatori. E, quasi sicuramente, un altro dei comuni che potrà raddoppiare la tassa di soggiorno sarà Riccione, che nel 2018 ha superato i 3,5 milioni di visitatori. Fra le grandi città d’arte, il raddoppio potrebbe scattare sicuramente a Venezia, Pisa e Firenze. E non saranno escluse neanche le isole più famose, a cominciare da Ischia o Capri, da sempre mete top del turismo italiano.

Attualmente, la tassa di soggiorno è applicata in oltre mille comuni del Bel Paese e pesa sulle tasche di coloro che sostano nelle strutture ricettive e turistiche. Secondo i dati del Cna turismo e commercio, l’imposta ha portato nelle casse dell’erario qualcosa come 600 milioni di euro, con un netto incremento rispetto all’anno precedente. A guidare la classifica dei comuni che più beneficiano di tale imposta, c’è la capitale. La sola Roma raccoglie il 22% degli introiti totali. Sul secondo gradino del podio c’è Firenze, tallonata da Venezia, che conquista la medaglia di bronzo. 

Fra le novità dell’ultima ora del decreto fiscale arriva anche l’emendamento che di fatto destina l’8 per mille di competenza statale delle dichiarazioni dei redditti 2019 degli italiani alla ristrutturazione delle scuole pubbliche. C’è anche il bonus Tari per le famiglie numerose. La norma sarà inserita nel corso della discussione alla Camera con una riformulazione dei relatori, in attesa del parere del governo.