Martedì 23 Aprile 2024

Tajani sfida i grillini: sono stalinisti. "Il governo cadrà e noi vinceremo"

Il presidente del Parlamento Ue: "Salvini? Deve placare Di Maio"

Antonio Tajani (Imagoeconomia)

Antonio Tajani (Imagoeconomia)

Fiuggi, 23 settembre 2018 - Presidente Tajani è già finito il matrimonio con la Lega? Salvini ad Atreju, davanti alla platea di Fd’I, ha assicurato che la coalizione di centrodestra è tutt’altro che risorta: ‘Con Forza Italia, solo patti locali’. Neanche le unioni celebrate a Las Vegas durano due giorni.

«Comprensibile: deve placare l’irritazione dei 5Stelle. Ogni volta che Salvini partecipa a un vertice di centrodestra dentro M5S esplodono i mal di pancia». Il presidente del Parlamento europeo, nonché numero due di Forza Italia, mostra di non dar troppo peso alle ultime dichiarazioni del leader del Carroccio. «Ha detto che questo governo avrebbe potuto allargarsi alla Meloni e non a noi? Mi riempe d’orgoglio non stare a Palazzo Chigi con Rocco Casalino: siamo lontani anni luce dalle purghe staliniste». Ciò non toglie che da Fiuggi, dove oggi Berlusconi conclude la tradizionale kermesse di fine estate, lancia un avvertimento: «È chiaro poi che la moglie ubriaca e la botte piena non si può tenere a lungo: alla fine dovrà decidere cosa fare su alcuni punti del programma».

Pensa a qualcosa in particolare? C’è qualche capitolo che vi infastidisce molto?

«Sì certo: il reddito di cittadinanza. Ma in genere è tutta la visione economica dei 5Stelle distruttiva per il Paese. Loro vogliono fermare l’Italia anche con mosse dittatoriali».

In un quadro mosso, dove ci sono molti segnali di tensioni tra Lega e M5S anche una parziale retromarcia sul reddito di cittadinanza implicherebbe inevitabilmente la fine del governo. A quel punto quale scenario si apre: un nuovo esecutivo di centrodestra o il voto?

«Un esecutivo di centrodestra si può fare se lo sostengono parlamentari di altre forze: altrimenti si torna a votare. Tanto vinciamo noi».

Più d’un osservatore politico ipotizza una crisi subito dopo le europee del prossimo anno.

«Dipenderà dai risultati. Ma un governo di questo tipo, pieno di contraddizioni, è già tanto se arriva alle europee».

Lei dice: il matrimonio è ancora in piedi. Questo di fatto apre le porte alla lista unica? Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal nostro giornale il 56% degli elettori di centrodestra sarebbero favorevole.

«Assolutamente no. C’è un minimo comune denominatore che ci riunisce in una coalizione ma siamo troppo diversi per fonderci in una lista».

Se si torna alle urne è Salvini il candidato premier? La Lega ha più voti di tutti.

«Si vedrà. Dipende dagli accordi».

Potrebbe essere lei il candidato del centrodestra a Palazzo Chigi?

«C’è tempo. Ora sono presidente del Parlamento europeo e lavoro per rafforzare e rinnovare FI».

La coalizione di centrodestra ha ambizioni di governo ma come pensate di conciliare il suo europeismo con il sovranismo di Salvini che ha come faro nel Ppe Orban piuttosto che Juncker?

«Mi auguro che il modello di Salvini non sia Bannon, l’ex stratega di Trump che viene in Italia e in Europa per cercare di colonizzarci. A conti fatti, il sovranista sono io che non mi faccio condizionare n dagli americani né da Juncker».

Spesso i leghisti accusano Forza Italia di farsi irretire dal Pd

«Ma figuriamoci. Se c’è uno che ha sconfitto il candidato di Renzi quello sono io. La Lega che non ha appoggiato il mio nome per la presidenza del Parlamento Ue indirettamente ha votato per il suo uomo, Pittella».

Intanto, tra gli azzurri si coglie una certa inquietudine per i sondaggi che danno Forza Italia in crisi di consensi.

«Ci danno morti dal ’94 e siamo sempre risorti. Anche questa volta smentiremo le Cassandre».