Mercoledì 16 Luglio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Tajani difende Israele in Parlamento: "Giusto fermare chi ha l’atomica"

Il ministro degli Esteri davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato: non possono esserci ambiguità "Avevano già 10 bombe nucleari". L’attacco di Schlein: governo non chiaro. Assenti Conte e Renzi.

Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, 71 anni vicepremier e ministro degli Esteri

Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, 71 anni vicepremier e ministro degli Esteri

"Di fronte a una minaccia nucleare, non può esservi alcuna ambiguità: l’Iran non può dotarsi della bomba atomica". Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, non lascia adito a fraintendimenti di fronte alla Commissione Affari esteri di Camera e Senato riunita per ascoltarlo sul conflitto tra Israele e Iran. Nonostante le opposizioni rimproverino proprio "l’ambiguità", dell’esecutivo, il governo italiano comprende e sostanzialmente condivide le ragioni che hanno indotto Israele ad attaccare i laboratori nucleari e a mettere nel mirino vertici militari e politici della Repubblica islamica iraniana. Non per questo l’esecutivo si perita dal perseguire e rivendicare la linea della "de-escalation" tra i due contendenti.

"Secondo l’intelligence israeliana in meno di sei mesi l’Iran avrebbe potuto disporre di 10 bombe atomiche", spiega Tajani. Minaccia certificata in parte dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). E che vede l’Italia a fianco del "diritto di Israele a garantire la propria sopravvivenza tutelandosi da un possibile attacco nucleare", sostiene il ministro, ribadendo l’intenzione italiana di contrastare l’escalation nell’area senza "agende nascoste".

La posizione di Tajani, resosi disponibile sin da venerdì per riferire al parlamento, non persuade le opposizioni, che pure lo ringraziano per la solerzia. Assenti il leader del M5s Giuseppe Conte e quello di Iv Matteo Renzi, è Ivan Scalfarotto che rimprovera a nome di Italia viva il ministro degli Esteri per aver profuso rassicurazioni alla vigilia dell’attacco, dato invece per scontato da altri esponenti di governo. Lungi da ogni sostegno nei riguardi del regime di Teheran, per la segretaria del Pd Elly Schlein "non ci è chiarissimo cosa pensi il governo", soprattutto se "ritiene che l’attacco all’Iran fosse legittimo, come fanno pensare alcune dichiarazioni della maggioranza".

Il centrosinistra non intende certo parteggiare per il regime di Teheran – anzi, è un profluvio di dichiarazioni in spregio alla Repubblica islamica –, ma nemmeno vuole avvalorare l’idea della guerra preventiva e la democrazia esportata sulle testate dei missili; anche se le crisi mediorientali rendono il dibattito sempre più acceso proprio all’interno dello schieramento. "Lei ha evidenziato una contraddizione incredibile – obietta il verde Angelo Bonelli –. Parla di de-escalation e sostiene che quello che ha fatto Israele è giusto. Questo è un punto fondamentale, perché il suo governo, insieme ad altri, ha lavorato per la delegittimazione degli organismi internazionali depositari del diritto internazionale". Le opposizioni insistono infatti a mettere il dito nella piaga del controverso rapporto con le prescrizioni degli organismi e le corti internazionali su Gaza e non solo.