Sabato 14 Giugno 2025
Raffaele Marmo
Politica

L’imperativo è fermare la strage

Un obbligo morale

Ancora distruzione nella Striscia di Gaza

Ancora distruzione nella Striscia di Gaza

“Disobbedite a ordini disumani". È più di un urlo l’appello che Edith Bruck, una delle più autorevoli testimoni della Shoah e dell’orrore vissuto da bambina ad Auschwitz, rivolge dal nostro giornale ai soldati israeliani che, agli ordini di Netanyahu, da mesi compiono quotidianamente massacri di palestinesi a Gaza. È come se dicesse loro: potete ancora tornare indietro dall’abisso di morte nel quale un capo senza speranza e senza vergogna vi ha spinto, potete ancora salvarvi e salvare Israele da questo abisso di morte che non risparmia neanche i bambini. Come Bruck, anche la senatrice Liliana Segre e l’intellettuale David Grossman non hanno esitato ad accusare Netanyahu ("un primo ministro guidato ancora dalla sete di vendetta") e il suo governo di tradire i valori di umanità e dignità del popolo israeliano e degli ebrei del mondo: "Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli? Ancora odio". Sappiamo bene cosa è successo il 7 ottobre e abbiamo sempre condannato quell’eccidio di giovani israeliani (e non solo) pieni di voglia di vivere, sappiamo bene il dramma terribile degli ostaggi (anche tramite le testimonianze che abbiamo pubblicato). Così come conosciamo la natura feroce e terroristica di Hamas e di tutti i complici diretti e indiretti di questo gruppo di spietati assassini.

Ma oggi, subito, ora, l’imperativo è fermare la strage delle famiglie, degli uomini e delle donne palestinesi a Gaza. Non c’è e non ci può essere alcuna giustificazione per continuare in questo orrore. Le leadership europee e italiane (di maggioranza e di opposizione) hanno, qui, ora, subito, la responsabilità di mobilitare l’opinione pubblica perché faccia sentire tutta la sua pressione sul governo israeliano. A spiegare che cosa servirebbe e a evocare e invocare un radicale e urgente cambio di passo è stato ieri, con parole nette che suonano di critica a tutti, Walter Veltroni sul Corriere: "La politica ormai parla solo in Parlamento e con i tweet". E invece occorre che "qualcuno prenda l’iniziativa e convochi le persone per fare quello che ognuno può fare: levare la propria voce per la fine del dolore". Oggi, subito, ora.