
Giovanni Donzelli, 49 anni, responsabile nazionale organizzazione di FdI, con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, 77 anni
"Pronti a discutere del terzo mandato". Giovanni Donzelli, uno di quelli che raramente parla senza il consenso della premier, qualche accenno lo aveva già fatto all’indomani dello stop del governo alla legge trentina che avrebbe garantito al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, la terza candidatura, ma era sembrata una boutade. Stavolta fa sul serio, estrae il coniglio dal cilindro durante l’esecutivo di FdI e poi lo mostra ai giornalisti: "Siamo disponibili ad affrontare la questione sia prima che dopo le elezioni regionali, se lo chiedono le regioni". Impossibile equivocare: non c’è niente di conclusivo, nel partito della premier c’è qualche mugugno, ma il tabù è saltato, la svolta dei tricolori è netta. Se riuscisse, la mossa rimetterebbe in pista Luca Zaia in Veneto e il governatore campano Vincenzo De Luca.
Più che avversa la reazione di Forza Italia: "Siamo convinti che il limite dei due mandati sia una norma giusta. Pareva fosse patrimonio di tutti ma non ci sottraiamo al confronto", dicono dal partito di Antonio Tajani. Chiosa il capo dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri: "Saranno i leader a discutere la proposta". Meno bellicosi i cugini di Noi Moderati: "Siamo contrari, ma è giusto confrontarsi con le regioni", avverte Maurizio Lupi. Soddisfattissimi i leghisti: "Una scelta saggia". Figuriamoci se non gioiscono i governatori coinvolti come Zaia, consapevole però che la strada non è in discesa: "L’apertura è innegabile, ora bisogna vedere come procedere anche perché è difficile l’unanimità delle regioni". Cerca di rassicurarlo Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni oltre che del Friuli Venezia Giulia: "I governatori hanno già approvato e inviato al governo un documento nel quale c’era l’invito ad approfondire la questione".
Lo ammettono a via della Scrofa: mettere mano al limite dei mandati prima della tornata autunnale non è semplice. Un decreto è da escludere, complicato intervenire con una leggina, si potrebbe forse sfruttare un provvedimento già in dirittura d’arrivo in Parlamento. Anche questi ragionamenti dimostrano che la faccenda è seria. A dare la pennellata finale è Carlo Fidanza, europarlamentare di FdI: "Abbiamo riaperto una finestra per il bene della coalizione e dei territori". Comprensibile l’irritazione dei vertici del Pd: "La destra è allo sbando", osserva Francesco Boccia. Il terzo mandato in Campania avrebbe conseguenze devastanti per la tenuta del centrosinistra. Chi potrebbe fermare De Luca?
Per questa apertura, i governatori a caccia di terzo mandato, devono ringraziare Silvia Salis. La batosta di Genova ha fatto suonare l’allarme rosso a diversi livelli a Palazzo Chigi. Prima di tutto per le regionali: il rischio del 4 a 1 è forte, tanto che la premier minimizza l’impatto dei risultati. "Non sono dirimenti per la tenuta della legislatura". Figuriamoci a perdere pure il Veneto. "Se salta questa regione, salta il governo", il refrain dei leghisti. Ma Genova ha pure evidenziato che il centrodestra non è in grado di inventarsi candidati mediaticamente credibili. La maggioranza rischia la disfatta negli enti locali per mancanza di figure magnetiche, privarsi di candidati popolari non sembra più tanto consigliabile. Infine, Giorgia si rende conto di dovere tenere buona la propria maggioranza. Di qui gli elogi ai vicepremier: "Sono fiera del lavoro di Tajani e di Salvini". Il segnale d’apertura nei confronti della Lega con l’ok al terzo mandato è evidente. Il problema è che anche FI fa parte del centrodestra. Ma questo potrebbe rappresentare per FdI un comodo escamotage: se gli alleati non si mettono d’accordo la colpa non è certo del partito più forte e che ha mostrato disponibilità. Cosa si può chiedere di più?