Giovedì 25 Aprile 2024

Diego Sozzani, Camera nega l'autorizzazione all'arresto. Franchi tiratori in azione

A luglio la giunta delle Autorizzazioni aveva dato l'ok all'arresto col consenso di M5S e Pd. D'Uva: "Il voto non riguarda il governo, 5 stelle compatti, altri meno". Di Maio: "Abolire il voto segreto"

Diego Sozzani di Forza Italia alla Camera dei deputati (Lapresse)

Diego Sozzani di Forza Italia alla Camera dei deputati (Lapresse)

Roma, 18 settembre 2019 - L'Aula della Camera nega l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di finanziamento illecito per una fattura di 10mila euro.  I voti a favore sono stati 235, 309 i contrari, un astenuto. Un risultato a sorpresa, che rivela la presenza di 'franchi tiratori' nella nuova maggioranza giallo-rossa: a fine luglio infatti la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l'ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e Pd: una decisione annullata oggi dall'Assemblea, a scrutinio segreto

Applausi e contestazioni dopo il voto. Il pentastellato Davide Zanichelli ha espresso "disappunto" per l'esito della votazione, mentre dai banchi del centrodestra si levavano le proteste. Il presidente della Camera Roberto Fico ha richiamato il collega: "Non ci può essere un commento al voto". La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un fragoroso applauso dai banchi del centrodestra. Da parte sua Sozzani non ha partecipato alla votazione.

M5S, parlano D'Uva e Di Maio

Lungo colloquio in Transatlantico tra i capigruppo M5s e Pd, Francesco D'Uva e Graziano Delrio, al termine della votazione a scrutinio segreto che ha respinto la richiesta di arresto. Entrambe le forze politiche, in sede di giunta, si erano espresse a favore dell'arresto.

D'Uva spiega: "Spiace constatare che nel segreto dell'urna singoli parlamentari non abbiano seguito le indicazioni di voto del proprio gruppo: noi siamo molto dispiaciuti perché notiamo questa continua differenza, nonostante i cambi di maggioranza, del M5s con le altre forze politiche. Il M5s resta l'unico a portare avanti la battaglia contro i privilegi della politica". Poi aggiunge: "Dire che al primo voto la maggioranza non ha tenuto sarebbe sbagliato: in questa votazione non entrava il governo".

Per D'Uva, inoltre, "questo voto non ha nulla a che fare con la scissione di Renzi: le indicazioni dei gruppi erano chiare, si tratta semmai di voti dei singoli parlamentari che rispondono alla loro coscienza. Questo è un voto in cui, ricordo, i banchi del governo sono restati vuoti: è una cosa che non attiene alle maggioranze". E continua: "Ricordo che il voto viene fatto in base al 'fumus persecutionis': qualcuno lo interpreta come un utleriore grado di giudizio ma così non dovrebbe essere. Noi lo pensiamo ma evidentemente in solitudine". Rispetto poi alla possibilità che all'interno della maggioranza ci possano essere sensibilità diverse D'Uva è netto: "Vedo che ci sono gli stessi problemi che c'erano con altre maggioranze: da questo punto di vista molti parlamentari mostrano un iper-garantismo che noi non abbiamo". Siete quindi sicuri che il M5s abbia votato compatto? "Ovviamente la sicurezza al 100% non la possiamo avere ma sono certo dei valori del M5s: e quello di non utilizzare strumenti parlamentari come privilegio per le singole persone è un fatto che ci accomuna sicuramente".

Ancora più duro Luigi Di Maio. "Il voto segreto va abolito - scrive su Facebook il leader pentastellato - . Ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Da parte nostra, orgogliosi di aver dimostrato ancora una volta di essere l'unica forza politica in grado di interpretare un principio sacrosanto e inderogabile, quale è quello della giustizia sociale". Quindi assicura che "solo il MoVimento 5 Stelle ha votato compatto a favore degli arresti domiciliari e sulla richiesta di autorizzazione dei giudici a utilizzare intercettazioni".

Il calcolo dei franchi tiratori del Pd

Sono stati con ogni probabilità 46 i franchi tiratori del Pd che non hanno seguito l'indicazione del gruppo di votare a favore dell'autorizzazione degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di FI. Un calcolo fatto dalla Dire sulla base della conta sui voti segreti, confermata da fonti parlamentari.  Sul caso Sozzani il Pd era contrario all'uso delle intercettazioni e favorevole agli arresti (linea confermata prima delle votazioni). Nel primo voto, quello sull'uso delle intercettazioni, è stato negato l'uso con 352 voti a favore del diniego (Montecitorio vota sulla relazione della giunta per le autorizzazioni che è formulata in negativo: i sì negavano l'uso delle intercettazioni, i no le autorizzavano). Nei 352 sì, contrari cioè all'uso delle intercettazioni, c'erano voti delle opposizioni (Fi, Fdi e Lega) insieme ai voti del Pd. I 187 contrari, e quindi favorevoli all'uso delle intercettazioni, erano in larghissima parte voti del M5s. 

Nel secondo voto, quello in cui il Pd era favorevole all'arresto, gli arresti domiciliari sono stati respinti, con 309 voti contrari e 235 a favore. Sottraendo ai 235 favorevoli all'arresto (voti Pd e M5s) i 187 favorevoli all'uso delle intercettazioni del primo voto - tutti M5s - si ottiene il numero di 48 deputati Pd che hanno votato a favore dell'arresto. Se si sottraggono ai 94 presenti e votanti del Pd nelle votazioni di oggi i 48 favorevoli all'arresto si ottengono i 46 franchi tiratori dem che non hanno votato per l'arresto di Sozzani. Questo partendo dal presupposto che i franchi tiratori siano stati solo nel Partito Democratico. 

Delrio

Il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, non vuole sentir parlare di voti mancanti per il Partito Democratico. "Non è un voto sul governo - premette - è un voto su una procedura richiesta dalla magistratura sulla quale noi abbiamo dato un orientamento preciso", preicsa. "E' chiaro che i deputati hanno votato secondo coscienza", aggiunge sottolineando come "anche l'intervento in Aula del deputato Sozzani" abbia avuto "un impatto, anche emotivo". 

La 'difesa' del deputato di Forza Italia

"Non ho mai avuto problemi con la giustizia ma oggi mi trovo, mio malgrado, indagato solo sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate tra terze persone e con una richiesta di custodia cautelare, per un presunto finanziamento illecito, anch'esso sulla base delle stesse intercettazioni. Parliamo di un finanziamento - ha assicurato Sozzani - che non ho mai ricevuto", ha detto il deputato di Forza italia all'aula chiamata a votare l'autorizzazione agli arresti, poi respinta.