Martedì 16 Aprile 2024

Sostiene Nardella. "Ripartiamo dal lavoro per riconquistare il nostro popolo"

Il sindaco di Firenze appoggia Bonaccini. "Siamo un gruppo affiatato". La promessa: un’alternativa concreta e non ideologica al governo. "Partiamo dagli amministratori: gli unici ad avere vinto negli ultimi anni"

Dario Nardella appoggerà Stefano Bonaccini

Dario Nardella appoggerà Stefano Bonaccini

"Non si possono far morire le persone in carcere". Dice basta al giochetto al massacro del Pd il sindaco di Firenze Dario Nardella, portavoce della mozione Bonaccini al congresso dem.

Cosa ne pensa del 41 bis per Cospito e qual è la posizione del Pd che sembra molto ondivaga?

"Nessuna posizione ondivaga, il Pd è da sempre contro mafie e terrorismi. Ma non si può confondere lo strumento del 41 bis, che va confermato, con la situazione specifica di un detenuto in gravi condizioni di salute. Chi strumentalizza le nostre posizioni è in malafede".

In giro per l’Italia percepisce il malessere della gente. Come si cura?

"Si sostituisce il reddito di cittadinanza con il lavoro di cittadinanza".

Cos’è il lavoro di cittadinanza?

"L’idea che solo attraverso il lavoro per tutti buono e ben pagato si combattono le diseguaglianze e l’Italia si risolleva".

Come ci si arriva?

"Con il salario minimo, un taglio vero al cuneo fiscale, l’abbassamento delle tasse sul lavoro di almeno sei punti percentuali".

Non basta. Il Pd della svolta su che cosa punta?

"Il lavoro è il cuore del nostro programma. Con la consapevolezza che ai risultati si arriva con un patto tra imprese e lavoratori e non con lo scontro sociale perenne".

Da grande il Pd che cosa vorrà fare?

"Costruire un’alternativa vera a questo governo di destra, senza ideologia e in modo concreto, per rilanciarsi alle elezioni europee del 2024 e puntare al governo vincendo le prossime elezioni politiche passando dal voto e non con manovre parlamentari".

Un risultato molto ambizioso, anche se dalla sua battaglia per il terzo mandato dei sindaci parrebbe intenzionato a non mollare la (sicura?) poltrona di primo cittadino...

"Più che la mia battaglia è quella dell’Anci. Siano i cittadini a decidere quanti mandati fa un sindaco e non i parlamentari. Altrimenti si metta un limite di mandato per tutte le cariche politiche".

Il risultato delle primarie le pare davvero così scontato?

"Questo congresso può essere davvero quello della svolta. Per questo sarà molto combattuto".

In gara ci sono veri leader?

"La leadership si conquista sul campo attraverso le sfide. Bonaccini vincendo le difficilissime elezioni regionali del 2014 ha dimostrato di avere la stoffa. Ma la cosa più bella del nostro progetto è che c’è un gruppo affiatato e non un leader solitario".

Questo è un po’ il libro delle belle speranze, come quella che il Pd deve tornare a essere un partito popolare. Poi ci sono i fatti...

"Per passare dalle promesse ai fatti si dia fiducia a chi con i fatti finora ha vinto. Penso agli amministratori dei comuni italiani che sostengono Bonaccini e che sono gli unici a sinistra che hanno vinto in questi ultimi 15 anni. Il Pd non vince a livello nazionale dal 2006, mentre vince continuamente nelle principali città e in molte regioni. Su chi scommetterebbe lei?".

La domanda la giro a lei che marzullianamente si è già dato la risposta. Quindi il nuovo Pd con chi si alleerà?

"Il congresso non si fa sulle alleanze: ci sono 19 milioni di italiani che alle ultime elezioni non sono andati a votare. È con loro che dobbiamo riallacciare un rapporto. Il Pd deve arrivare oltre il 20% alle Europee e riacquistare centralità. Poi si penserà alle alleanze".

Ma allearsi significa anche connotarsi politicamente più al centro o a sinistra...

"Non dobbiamo scegliere tra lotta alla povertà e sostegno alle imprese. Ma tenere insieme le due cose con un modello radicalmente nuovo di coesione sociale e di sviluppo sostenibile che riduca le differenze tra ricchi e poveri. È questo che ci rende diversi sia dal Terzo polo sia dai Cinquestelle".