Mercoledì 24 Aprile 2024

"Chiamatemi sindaco, non mi offendo. Nella mia Piacenza conta solo il merito"

Patrizia Barbieri, prima cittadina di Piacenza, è l’unica in questo ruolo nelle città sopra i 100mila abitanti. "Chiamarmi sindaco non è mica un’offesa. Io mi concentro sul ruolo: è un servizio, non un’immagine"

E poi arriva la "Patty". Le dipendenti comunali la chiamano così, come si fa con un’amica. Piacenza, piazza Cavalli, il sole scongela la galaverna. Lei, unica donna in Italia alla guida di un Comune sopra i 100mila abitanti, non ha paura di camminare sul ghiaccio del pensiero libero che può dividere. Sotto una luce diversa, razionale e moderata, femminile. Femminista?: "Chiamatemi sindaco, va benissimo". Nel pieno del dibattito sulla parità di genere, della forma che si fa sostanza, la mosca bianca della politica italiana, l’unica sopravvissuta, dopo Virginia Raggi e Chiara Appendino, dice lei in gag, stupirà molti.

Perché sindaco e non sindaca, Patrizia Barbieri? "I nomi sono importanti? Sono importanti i fatti, non le parole. Mi interessa molto di più come ci si approccia e si lavora con un’amministratore o amministratrice, di un’etichetta che alla fine non fa la differenza". Ma molte sue colleghe e anche molte donne e uomini non la pensano così. "Io mi concentro sul ruolo: è un servizio, non un’immagine". Eppure essere spesso l’unica donna non sarà facile. "E’ così. Se sei una perfezionista, passi per la rompiscatole. Se ridi, passi per quella frivola. Se sei ferma, passi per quella rigida. L’uomo, invece, è quello preciso. Oppure il simpaticone. O, ancora, quello forte". Dunque, il sessismo resiste. "Ma si combatte con il merito, non con le parole. Sindaco non è mica un’offesa. E’ il merito che deve emergere, è indispensabile. Poi, più in generale, per una donna fare il sindaco è difficile perché coniugare impegni privati e pubblici è veramente gravoso, devi avere una famiglia che ti comprende". E la sua la capisce? "Sì, le mie figlie sono grandi ormai, mio marito fa il magistrato (il giudice Pierpaolo Beluzzi, ha seguito Calcioscommesse e Piazza Fontana; Barbieri è avvocato, ndr ). Sono fuori dalle sette fino alla sera tardi, ma quando dedico a loro del tempo, è un tempo unico, esclusivo. Non passa mattina per me senza andare a trovare i miei genitori. Quest’anno zero vacanze, quest’estate giusto una settimana. Ma non c’è nulla di eroico. Sono un sindaco". E in casa parlate di politica? "No, mai". Lei era stata iscritta a Forza Italia, poi è uscita. E, da civica, è diventata sindaco. "La società deve aprirsi. Il civismo è fondamentale. Fa uscire il merito. Io sono una moderata, liberale con lo spirito aperto. La mia casa è il centrodestra". E ora si ricandida?. "Penso a fare il sindaco fino all’ultimo giorno". L’unica leader politica nazionale è di centrodestra, come lei. Giorgia Meloni. "Anche in questo caso penso che siano state premiate e considerate le sue capacità". Lei è stata il sindaco della pandemia. Piacenza ha pagato un tributo altissimo al virus. "In guerra combatti armato contro un nemico. Qui abbiamo combattuto a mani nude. Io stessa l’ho avuto, in una forma pesante. Il sindaco diventa un punto di riferimento e ha mille preoccupazioni. A Piacenza è stata spazzata via una generazione, quella dei nonni". L’emergenza è anche sociale. "Dopo due anni bisogna lottare contro le disuguaglianze. Abbiamo in mano i contatti con le imprese, vigiliamo sui posti di lavoro. E poi il futuro: dobbiamo guardare ai ragazzi, ascoltarli, parlare con loro. Capire che questo momento può essere anche un’occasione, lo spunto per cambiare mentalità".