Mercoledì 24 Aprile 2024

Sindaco d’Italia, piace l'idea di Renzi. Ecco chi vincerebbe

Il sondaggio: più della metà degli italiani è favorevole all’elezione diretta del capo del governo. La Meloni batte tutti ai ballottaggi

Gli italiani e l'elezione diretta del premier

Gli italiani e l'elezione diretta del premier

Roma, 21 febbraio 2020 - Dal salotto di ’Porta a Porta’, Matteo Renzi ha proposto una riforma costituzionale che possa prevedere l’elezione diretta del premier, una sorta di ’Sindaco d’Italia’, come ha riassunto lo stesso leader di Italia Viva. 

Se questa riforma si realizzasse, come potrebbe essere l’esito del voto? 

Prima di tutto va registrato che ipotesi piace agli italiani. Il 52% è favorevole, mentre i contrari arrivano solo al 26%. Ovviamente è ancora alta la quota di quelli che non riescono ad esprimere una opinione, il 22%, più di uno su cinque. 

Gli elettori maggiormente attratti dal premier eletto dal popolo sono i seguaci di Renzi (84%) e quelli di Silvio Berlusconi (90%). Maggioranza assoluta anche tra gli elettori del leader della Lega, Matteo Salvini (72%), e della numero uno di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni (71%). Invece i votanti del Movimento 5 Stelle sono, al momento, spaccati tra pro e contro: i favorevoli arrivano al 48%. 

Tra i grandi partiti, la contrarietà maggiore è solo tra i simpatizzanti del Partito democratico: meno di un terzo quelli che vedono con favore l’ipotesi di un premier eletto direttamente dal popolo; oltre la metà del totale (55%) i contrari. Fatto sta che la maggioranza degli italiani gradirebbe una riforma del genere. 

Diventa adesso interessante conoscere come si delineerebbe il consenso degli italiani se fossero chiamati alle urne ad eleggere l’inquilino di Palazzo Chigi. Il sondaggio analizza più scenari, sia al primo turno sia di ballottaggio. E le sorprese non mancano. 

Come ipotetici candidati si sono testati l’attuale premier, Giuseppe Conte, e il dem Nicola Zingaretti, alternativi tra loro per l’area di centrosinistra e M5s; Salvini e Meloni per quella di centrodestra. Inoltre si è sempre inserita la candidatura di Renzi che, in questo caso, potrebbe essere definito il padre della riforma. 

Per i 4 scenari previsti, due potrebbero essere chiusi al primo turno, in quanto un candidato supererebbe il 50% dei consensi, per altri due invece ci sarebbe bisogno del ballottaggio, sul modello elettorale del voto ai sindaci che prevede appunto questa procedura. In tutti i 4 scenari, il candidato del centrodestra è sempre avanti, ma con delle importanti differenze segnate dalla presenza come competitor di Conte o Zingaretti. 

Infatti nel caso in cui il candidato dovesse essere l’attuale segretario del Pd, sia Salvini sia Meloni potrebbero vincere al primo turno, raggiungendo entrambi il 51%. La differenza tra Meloni e Zingaretti è addirittura di 15 punti, si riduce a 13 nel confronto tra il presidente della Regione Lazio e il leader del Carroccio. 

Renzi, invece, si piazzerebbe al terzo posto con un consenso che oscilla tra il 9 e il 10%. 

Le cose cambiano, in parte, con Conte candidato dell’area di centrosinistra-M5s: né Meloni né Salvini, infatti, riuscirebbero a oltrepassare il 50% e ci sarebbe bisogno del ballottaggio. Nel caso di candidatura del leader della Lega, si prospetterebbe un testa a testa tra Salvini e Conte, il primo è al 45%, il secondo al 43%. Renzi stabile al terzo posto con il 9%. 

Se invece il candidato fosse Giorgia Meloni, la differenza con l’attuale premier aumenterebbe: la leader di Fd’I, infatti, toccherebbe il 47%, con Conte fermo al 41%. Interessante e sorprendente il pronostico dei ballottaggi. 

Nel caso di sfida tra Salvini e Conte, anche se di misura, prevarrebbe l’attuale presidente del Consiglio sul leader della Lega (48-52). Invece se la sfida fosse Salvini contro Zingaretti a vincere sarebbe il primo con il 54%. Ma se la candidata fosse Giorgia Meloni, allora vincerebbe sia contro Conte (55 a 45%) sia nel confronto con Zingaretti (53 contro 47%). 

Se effettivamente questa riforma si farà – è ancora presto per dirlo – ma lo scenario di riferimento potrebbe cambiare completamente. 

Si accentuerebbe, di fatto, ciò che oggi è già una tendenza, cioè la legittimazione del leader-partito e, in un certo senso, l’oscuramento degli stessi partiti. 

Però è bene ricordare che, numeri alla mano, questo cambiamento piacerebbe agli elettori, al di là dei possibili ’Sindaci d’Italia’. 

Data di realizzazione del sondaggio: 20/02/2020. Committente: Quotidiano Nazionale.  Estensione: Italia. Campione: Panel Omnibus rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Tecnica di somministrazione delle interviste. Tempo reale. Consistenza numerica del campione: mille. Rispondenti: 92%.