Berlusconi attacca Zelensky e imbarazza il governo. Meloni: "Noi con Kiev"

Scintille in maggioranza. Il Cavaliere scatena la polemica. Le opposizione all’attacco: "Il leader azzurro sta con l’amico Putin, così l’Italia si isola in Europa"

La foto potrebbe essere speculare: da un lato quella di Giorgia Meloni con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che parlano fitto fitto a Bruxelles, con la premier che poi si lamenterà di "non averlo visto di persona a Sanremo". E dall’altra parte quella di Silvio Berlusconi. Che ieri, a freddo, all’uscita dal seggio elettorale milanese, se n’è uscito così: "Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore". In sostanza: Giorgia Meloni non doveva incontrare il presidente ucraino, ha fatto male, malissimo. E ancora: "Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: ‘È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi’". "Soltanto una cosa del genere – ha aggiunto – potrebbe convincere questo signore (il presidente dell’Ucraina ndr) ad arrivare ad un cessate il fuoco".

Parole che, in un attimo, hanno gettato scompiglio – e creato forte imbarazzo – non solo a Palazzo Chigi, ma anche a Mosca, dove – con cupa ironia – la portavoce degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha replicato: "Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani. Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente".

Insomma, un putiferio. Che a Palazzo Chigi hanno cercato di arginare, non ufficialmente, ma in modo molto netto: "Il sostegno all’Ucraina da parete del governo italiano – è stato fatto filtrare – è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti della maggioranza che sostiene l’Esecutivo", tanto che subito dopo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto in modo ufficiale con una nota che non sconfessa, né prende le distanze dalle parole del leader, ma che di fatto rappresenta una toppa su una voragine difficile da colmare. "Forza Italia – ecco il testo – è da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente. In tutte le sedi continueremo a votare con i nostri alleati di governo rispettando il nostro programma".

Berlusconi, però, non è nuovo a questo tipo di intemerate sulla questione Ucraina. A ottobre - per dire - durante una riunione con i deputati azzurri, il leader di Arcore aveva ricordato il suo legame d’amicizia con Vladimir Putin ed espresso condotte sulla politica di Zelensky attribuendogli la responsabilità per lo scoppio della guerra. Il cambio di passo, tuttavia, risale però al 22 settembre scorso quando, dopo aver difeso la posizione e le risoluzione della Nato, Berlusconi aveva iniziato ad usare toni molto più morbidi verso Mosca. Lo stesso giorno l’ambasciata russa in Italia aveva postato su Twitter una foto di Berlusconi insieme a Putin scrivendo di avere "molte cose da ricordare".

Le parole di Berlusconi, insomma, rischiano di avere contraccolpi forti dentro la maggioranza ma anche all’esterno, dove per altro sono riuscite ad oscurare, nel tempo d’un battito d’ali, la polemica sulla Rai e Sanremo (su cui anche il Cav si era pronunciato: "Cambiare vertici della Rai? No, non voglio assolutamente arrivare a questo. Dico semplicemente che mi piacerebbe che la televisione pubblica facesse il suo mestiere di televisione pubblica"), scatenando l’opposizione contro il "doppiogiochismo palese" del governo, mentre si lasciava trapelare una domanda: "Ma Giorgia Meloni è d’accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? – ha twittato, caustica, la presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi – oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue" ha scritto. "Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue e governo. Pessimo", ha commentato il leader di Azione, Carlo Calenda, mentre l’ex ministra Elena Bonetti è andata giù tranchant: "Che pena e che vergogna..".