Domenica 8 Settembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Schlein chiama il Pd in piazza: "Autunno di mobilitazione". E ai riformisti: “Parliamoci di più”

La segretaria dem chiude la festa dell’Unità a Ravenna: partito spostato a sinistra? Non credo sia una colpa. "Immaginiamo un progetto nuovo". Ma Conte punge: un accordo strutturale è senza senso

Ravenna, 10 settembre 2023 – La notte ha in parte portato consiglio. La segretaria democratica si è resa conto dell’errore fatto con l’imbarazzante commento sulle fuoriuscite dal partito e coglie l’occasione del discorso di chiusura della festa dell’Unità di Ravenna per rimangiarselo: "L’ambizione del Pd è non solo unire storie e culture diverse, ma anche immaginare un progetto nuovo. Un partito a rete, non più a piramide, che spalanca le finestre e le porte. Tutti insieme siamo la forza del Pd, nessuno escluso".

La segretaria del Pd, Elly Schlein, alla festa nazionale dell’Unità, a Ravenna
La segretaria del Pd, Elly Schlein, alla festa nazionale dell’Unità, a Ravenna

Insiste: "Rispettiamoci di più, parliamoci di più". Ciò non significa che cambi idea sulla linea: "Ogni tanto ci accusano di aver spostato il partito a sinistra (frecciata indiretta a Bonaccini, che peraltro chiede alla platea di applaudire "per ciò che fa" in Regione, ndr). Non so se ho questa colpa, e non so se sia una colpa. Se proprio volete darmi una responsabilità datemi quella di collocare ogni giorno il partito più in basso, fra chi non crede più nella politica, fra chi fatica ogni giorno".

Se nel comizio va cercato un senso politico, al di là degli slogan d’ordinanza, è il messaggio rivolto al partito. Una parziale marcia indietro annunciata dal suo braccio destro, Marco Furfaro ("ogni volta che qualcuno se ne va è una ferita, bisogna fare in modo che non accada più") che, almeno formalmente, riapre le porte alla minoranza e garantisce che il Pd non vuole essere estremista. Ma la ferita è stata profonda e i commenti della minoranza restano caustici e sospettosi: insomma, per ricucire lo strappo non basteranno le parole, ci vorranno fatti concreti. Per quel che le parole valgono lei le ha spese soprattutto per rassicurare “i riformisti“. Si sa che le citazioni non sono mai casuali e quelle che sceglie Elly sono fatte apposta per tranquillizzare i moderati: il presidente Mattarella, ovviamente. Poi Veltroni (il fondatore), Aldo Moro ma anche sul versante opposto il segretario più amato dal Pci, Enrico Berlinguer. E non manca l’eterna “Bella ciao“, che intona alla fine assieme alla platea. Che poi: la maggior parte del comizio, Elly lo spende per attaccare il governo su tutto, partendo con una difesa infiammata del commissario europeo, Paolo Gentiloni. "A lui va tutta la nostra gratitudine per il servizio che sta svolgendo".

Dal lavoro alla sanità passando per il diritto alla casa e alla scuola, Elly Schlein critica le scelte di Palazzo Chigi, e promette battaglia su quei temi tra gli applausi dei presenti (2000 secondo il Pd) in sala: "Ci attende un autunno di impegni e partecipazione, il Pd è pronto a scendere in piazza per una grande mobilitazione nazionale. È il nostro tempo, riprendiamoci il futuro". Fa due aperture a Giorgia Meloni: "Non si torni all’austerità in Europa, il governo faccia questa battaglia a Bruxelles e noi l’appoggeremo". E sulla violenza alle donne: "Su questo possiamo lavorare insieme".

Diplomaticamente Schlein glissa sulla sferzata di Conte: "Un accordo strutturale con il Pd non ha senso". Come del resto sui rapporti con Carlo Calenda: "Non siamo interessati a perdere tempo in polemiche inutili sulle differenze con le altre forze di opposizione. Impossibile battere le destre senza il Pd: noi crediamo ad alleanze costruite sui temi, come è successo con il salario minimo". Prudenza o reticenza? Certo è che parlare di alleanze prima delle Europee avrebbe poco senso, ognuno combatte per una fetta più larga di consensi e la segretaria del Pd non nasconde l’importanza della prova dalla quale dipende anche la sorte della leadership: "Dobbiamo vivere con grande impegno le Europee". Allo stesso tempo mette le mani avanti: "Usciamo dall’ansia della prossima scadenza elettorale". Esalta l’estate militante ("un successo") , che si è risolta essenzialmente nella raccolta di firme per il salario minimo. Unico punto segnato dalle opposizioni in un anno di governo e la principale leader del centrosinistra lo mette all’incasso: "Abbiamo costretto il governo Meloni a vedere in faccia tre milioni e mezzo di lavoratori che sono poveri anche se lavorano".