L'avvertimento della Nato al governo

"Bene il dialogo con la Russia, ma le sanzioni restano"

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg (Ansa)

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg (Ansa)

Alla fine l’alert è arrivato e pur con il linguaggio felpato della diplomazia la Nato ha lanciato il suo avvertimento al nuovo governo italiano: "Bene il dialogo con la Russia, ma le sanzioni restano". E' stato il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jean Stoltenberg a dar fiato alle perplessità che da giorni giravano in ambienti politici e militari circa l’atteggiamento verso Mosca dell’esecutivo Conte e delle forze politiche che lo sostengono. Finora i dubbi sulle passate simpatie putiniane dei Cinquestelle e sulle ripetute dichiarazioni di Salvini sia sulla Russia sia sulla recente guerra in Siria erano rimasti inespressi, e se mai erano stati confidati solo a orecchi fidati: più che probabile che nella fase della formazione del governo qualche spiffero sia giunto anche al Quirinale, che ovviamente, interpretando il proprio ruolo di garante della nazione, ne aveva fatto parte le forze politiche.

Ma le esternazioni poco gradite, ancora nel segno dell’amicizia verso lo zar del Cremlino e dei dubbi sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali, non sono cessate. Significativo il siparietto al Senato, nel corso del discorso del premier Conte per la fiducia, quando il presidente del Consiglio ha rimarcato la fedelta italiana all’Alleanza atlantica suscitando gli applausi del Pd seguiti solo in un secondo momento da quelli provenienti dai banchi della maggioranza, mentre quando subito dopo con enfasi Conte ha ricordato l’esigenza di togliere le sanzioni alla Russia, un ben più marcato e spontaneo entusiasmo si è levato da Lega e Cinquestelle. Sottigliezze che però negli ambienti che contano non sfuggono, e che di certo non fanno piacere. Ecco quindi che le perplessità si sono fatte pubbliche, ed ecco le parole di Stoltenberg. Probabilmente nei giorni prossimi qualche tipo di contatto più diretto darà modo al presidente del consiglio di prendere in mano lui stesso il dossier (peraltro Conte si è riservato la delega sui servizi) e di capire pro e contro di una eventuale insistenza sul tema Russia. Certo è che in una fase geopolitica così movimentata, la Nato non ha per niente voglia di aprire un "fronte italiano".