Giovedì 18 Aprile 2024

Salvini ultrà europeista vota sì al Recovery

"Siamo nella Ue per cambiare regole che lo stesso Draghi reputa non adatte ai tempi. Sull’immigrazione chiediamo politiche comuni"

Salvini alla Camera per le consultazioni (Ansa)

Salvini alla Camera per le consultazioni (Ansa)

La svolta europeista della Lega parte da Bruxelles, con il voto a favore della Recovery and Resilience Facility nella sessione plenaria dell’Europarlamento, che smentisce l’astensione dei leghisti in Commissione sullo stesso provvedimento, neanche un mese fa. "Voteremo a favore del Recovery Resilience Facility per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare", ha detto il leghista Marco Zanni, presidente del gruppo dei sovranisti con cui è in totale disaccordo, riecheggiando le parole pronunciate ieri a Montecitorio da Matteo Salvini a favore di un nuovo governo guidato da Mario Draghi. Con Draghi "è andata molto bene, non vediamo l’ora di partire", ha commentato quasi euforico il capo della Lega dopo l’incontro con il premier incaricato.

Il piano di Draghi per tagliare le tasse

Salvini però resta prudente sul cambio di passo a Bruxelles: "Noi siamo in Europa saldamente per cambiare alcune regole che lo stesso Draghi ha riconosciuto non più adatte al nostro tempo, non per cambiare gruppi", ha precisato il segretario leghista, rispondendo a chi gli chiedeva se la Lega lascerà il gruppo dei sovranisti per avvicinarsi ai Popolari europei. Sulla squadra del nuovo esecutivo, Salvini sembra dare carta bianca all’ex governatore della Bce: "Non abbiamo parlato di ministri e di poltrone: abbiamo fiducia nell’idea di Italia e di squadra che ha Draghi", ha detto il capo della Lega.

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Il cambio di linea arriva a toccare perfino la gestione dell’immigrazione, che l’ex ministro dell’Interno ha marchiato per sempre con la legge che porta il suo nome. "Sul tema immigrazione chiediamo politiche di stampo europeo, come fanno altri Paesi: Spagna, Francia, Germania e Slovenia. Non c’è un modello Salvini ma una buona gestione della sicurezza e contrasto al traffico esseri umani", ha sostenuto il capo della Lega. Nemmeno la flat tax è più dirimente: basta la garanzia che non vi sia alcun aumento di tasse.

"Un impegno da noi fissato e dal professore condiviso è che non vi sia nessun aumento fiscale, nessuna patrimoniale, nessuna nuova tassa, ma l’apertura di un tavolo per diminuire il carico fiscale a partire dall’Irpef. Avere garanzia che non ci sarà nessun aumento di tasse ma che anzi si lavorerà per semplificare la tassazione vigente è per noi motivo di soddisfazione", ha precisato. Salvini tiene molto, invece, alla posizione dell’Italia in Europa: "Il nostro obiettivo è che l’Italia torni a essere protagonista in Europa. Ci interessa che si faccia l’interesse italiano e per noi significa ‘no’ all’austerità e su questo mi sembra vi sia sensibilità assolutamente condivisa".

Il capo della Lega vorrebbe anche valorizzare il Made in Italy: "Servono tre eccellenze italiane, come turismo, moda e mobile, sotto un’unica regia, per aiutare tre pilastri per l’economia italiana". Sulla pandemia, a chi gli chiede se confermerebbe Roberto Speranza alla Salute, Salvini risponde: "Abbiamo fiducia in Draghi e non parliamo di ministri, ma è evidente che qualcosa non ha funzionato. La situazione non è quella inglese o israeliana. Non do giudizi su Speranza o Arcuri, ma qualcosa non sta funzionando. Serve un cambio di passo". E infine un tocco di political correctness: "L’unico accenno ai ministeri che ho fatto è stato quello di ricordare con orgoglio che la Lega al governo istituì il ministero per le Disabilità: mi piacerebbe che l’auspicato governo lo re-istituisse". Infine, il capo leghista tiene a citare Giovanni Paolo II. "San Giovanni Paolo diceva: Europa ritrova te stessa, sii te stessa, riscopri le tue origini, ravviva le radici e torna a vivere valori autentici".