Dimissioni Conte, Salvini: "Elezioni via maestra, ma per taglio parlamentari ci siamo"

Il leader della Lega replica al discorso del premier. Ai Cinque Stelle: "Se volte governare con Renzi, Lotti e Boschi auguri". Ma ritira la mozione di sfiducia. Il senatore Pd: "Serve governo contro aumento Iva"

Matteo Salvini parla in Senato (Ansa)

Matteo Salvini parla in Senato (Ansa)

Roma, 20 agosto 2019 - "Rifarei tutto quello che ho fatto". Così Matteo Salvini replica al discorso di Conte in Senato: discorso con cui il premier ha ufficializzato la fine del governo e le sue dimissioni. "Mi spiace che lei mi abbia dovuto mal sopportare per un anno - incalza il leader della Lega -. Pericoloso, autoritario? Bastava il Saviano di turno a raccogliere tutta questa sequela di insulti, bastava il Travaglio, un Renzi, non il presidente del Consiglio". Per prendere la parola, Salvini si è spostato tra i banchi della Lega: a chi poi gli chiede se si è pentito di essersi seduto inizialmente accanto a Conte, risponde serafico: "Conto di rimanere una persona a lungo educata e rispettosa e di non rispondere agli insulti".

Lungo l'elenco di recriminazioni fatte al suo vice dal presidente del Consiglio, a cui Salvini risponde punto per punto dopo aver ascoltato sgranando il rosario. Salvini rivendica le scelte di questi 14 mesi, in primis quella annunciata lo scorso 8 agosto, di tornare alle elezioni. Perché "non ho paura del giudizio degli italiani, chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero". Le urne sono "la via maestra", dice, ma non si assume la responsabilità della fine dell'esecutivo e apre ai 5 Stelle: "Se volete continuare con le riforme - dice - noi ci siamo". Tant'è che ritira la mozione di sfiducia

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Crisi di governo, la diretta dal Senato. Parla Conte

Salvini: "Governo Pd-M5s? Auguri"

Salvini non risparmia l'attacco frontale agli ex alleati Cinque Stelle. "Se qualcuno pensava a cambi di alleanze, se pensava molliamo quei rompipalle della Lega e ingoiamo il Pd, non aveva che da dirlo. Noi non abbiamo paura". Da giorni il vicepremier accusa i pentastellati di lavorare a un patto con il Partito Democratico, "riesumando mummie come Renzi e Boschi". Legittimo, dirà poi ai cronisti in Parlamento, il dubbio che la trattativa vada avanti "da settimane, se non da mesi".

"La via maestra è quella delle elezioni", ripete in Aula. Ma "non abbiamo paura di continuare il percorso. Volete tagliare i parlamentari e poi andiamo a votare? Noi ci siamo. Vogliamo fare una manovra economica coraggiosa e poi votare ? Ci siamo. Se volte governare con Renzi, Boschi e Lotti, auguri". 

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All'accusa di Conte aver messo a rischio la stabilità economica del Paese, Salvini ribatte: "L'Iva non aumenta se si vota a ottobre". Il premier "mi ha rimproverato perché ho convocato le parti sociali al ministero dell'Interno" ma "io l'ho fatto perchè non li ascoltava nessuno. Se qualcuno li avesse ascoltati prima di me avremmo fatto più in fretta".

Poi la frecciata: a proposito di interessi di partito (Conte lo accusa di anteporli all'interesse pubblico)  "a me non è mai capitato di parlare con Merkel chiedendo consigli per come vincere la campagna elettorale perchè Salvini ha chiuso i porti...". Il riferimento è al video rubato del caffè tra il premier e la cancelliera tedesca. "Ho chiuso i porti, l'ho fatto e lo rifarò: in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare".

E al premier che lo critica per aver mostrato "simboli religiosi" nei comizi, Salvini risponde invocando "la protezione del cuore immacolato di Maria per l'Italia: la chiedo finchè campo, non me ne vergogno, anzi sono ultimo e umile testimone".

Nel frattempo la presidente dell'Aula Elisabetta Casellati redarguisce il senatore della Lega Simone Pillon ed il ministro degli affari europei Lorenzo Fontana, intenti a sventolare il rosario

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Renzi: "Ci vuole governo contro aumento Iva"

All'intervento di Salvini segue quello di Matteo Renzi. Il senatore dem ribadisce la sua linea favorevole a un governo istituzionale, di cui però assicura, non farà parte. "Non si è mai votato in autunno - scandisce il senatore Pd - c'è da evitare l'aumento dell'Iva e serve un governo non perchè noi ci vogliamo tornare ma perchè l'aumento dell'Iva porta crisi dei consumi, non è un colpo di Stato cambiare il governo ma un colpo di sole aprire la crisi ora ora, questo è il Parlamento non il Papeete". 

"Lei ha fatto un governo col 17% e non col 51% - accusa ancora Renzi, rivolgendosi direttamente a Salvini - e questo governo ha fallito anche per sua responsabilità. La sfido dove vuole, signor ministro Salvini ma non giochi sulla pelle degli italiani, in gioco ci sono le famiglie italiane". L'ex premier imputa al governo "il clima d'odio" che si è creato in Italia: "Come fate a non essere sorpresi quando un ragazzo di colore non può entrare su una spiaggia del Nord est pur avendo una carta di identità italiana? Queste sono scene che andavano bene nell'Alabama degli anni '50, non nell'Italia del 2020". 

Infine Renzi cita il Vangelo "naturalmente secondo Matteo", quando dice "avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere'. Se crede in quei valori faccia sbarcare" i migranti a bordo della Open Arms. 

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Marcucci (Pd): sì a dialgo con i 5 Stelle

Asse Pd-5 Stelle? Presto per dirlo ma per i renziani la strada è praticabile. "Sì a un confronto con i cinquestelle - dice Marcucci del Pd, intercettato dai giornalisti uscendo dall'Aula, - poi vedremo se ci saranno le condizioni per dare vita a un governo". 

Patuanelli (M5s): sfiducia ritarata? Ormai è tardi

Intanto dai banchi dei 5 Stelle piovono le critiche all'indirizzo del leader della Lega. "Salvini ha parlato per 25 minuti... ma non ha detto l'unica cosa che aspettavamo di sentire per capire: perché ha voluto la crisi di questo governo", dice il capogruppo Stefano Patuanelli, ribadendo che il Movimento non ha "paura delle elezioni" e di "rivolgersi di nuovo al Paese. Quindi il commento al vetriolo: la Lega ha "ritirato la mozione di sfiducia a Conte ma direi che ora è tardi".

L'addio di Conte

Al termine del dibattito parlamentare Conte replica sia a Salvini sia a chi gli chiedeva conto del perché avesse parlato solo adesso in maniera critica su un tema come l'immigrazione. "Non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto. Non è nel mio costume", dice il premier prima di rivolgersi al suo vice. "Prendo atto che al leader della Lega Matteo Salvini manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti - spiega -. Nessun problema, se ti manca il coraggio sul piano politico, me l'assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica".