Giovedì 18 Aprile 2024

Salvini: "Ora una riforma della magistratura"

Intervista al vicepremier: "Si è visto che nessuno è immune da problemi. Il governo? Dipende dalla manovra"

Matteo Salvini (LaPresse)

Matteo Salvini (LaPresse)

Roma, 12 giugno 2019 - Non è per togliersi un sassolino dalla scarpa: però, insomma, visto il bombardamento di avvisi di garanzia pre-elettorali... Sta di fatto che alla fine di una giornata vittoriosa – l’ennesima di questo periodo per lui fortunato – Matteo Salvini, appena portato a casa il decreto sicurezza bis, lancia una nuova sfida: la riforma della magistratura. Quella che invano avevano cercato di fare tutti gli altri prima di lui. Ci dice infatti, all’ora di cena: «Ho chiesto, già per la prossima settimana, un incontro con il ministro Bonafede. È ora di avviare questa benedetta riforma della giustizia». Ministro, vuole punire la magistratura per le indagini sulla Lega? «Ma neanche per sogno. Io non voglio punire nessuno. Ma mi pare che le cronache delle ultime settimane abbiano dimostrato che nessuno è immune da problemi». Lo scandalo al Csm? Le tangenti per le nomine? I regali alle amanti con soldi altrui?  «Non entro nel merito. Però quanto abbiamo scoperto in questi giorni dimostra che è davvero arrivato il momento per fare questa benedetta riforma. Per arrivare a processi più rapidi, ad esempio». Sarà una riforma contro la ’casta dei magistrati’? «Non voglio fare una riforma contro qualcuno. Al contrario, la voglio fare con i magistrati e con gli avvocati. Soprattutto, la voglio fare per gli italiani. Anzi, in questo senso qualcosa siamo riusciti a fare già oggi». E cioè? Che cosa? «Nel decreto sicurezza bis passato oggi in Consiglio dei ministri abbiamo dato il via libera, con uno stanziamento di 28 milioni di euro del ministero dell’Interno, all’assunzione di 800 persone che lavoreranno nei tribunali per mettere in galera le decine di migliaia di condannati in via definitiva che sono a spasso perché non c’è personale per eseguire la condanna». Decine di migliaia? Addirittura? «Certo. Solo a Napoli e provincia sono dodicimila sentenze. Per questo il decreto sicurezza bis è una buona notizia per l’Italia». Per questo e per che cos’altro ancora? «Per le norme contro gli scafisti». Cioè: per le multe a chi salva una vita? «Quella è una sciocchezza che è stata fatta credere prima delle elezioni. Nessuno punisce chi salva uno che sta affogando. Le sanzioni previste da oggi sono contro i proprietari delle navi che non rispettano le regole di navigazione internazionale. Esempio: una nave salva dei migranti che erano su uno di quei barconi degli scafisti. È vicina, che so, alla Libia, alla Tunisia, a Malta, e le autorità dicono di dirigersi appunto lì, verso le coste più vicine. E invece loro vanno altrove. Magari verso l’Italia, pensa che strano. Ecco, d’ora in poi saranno puniti anche i proprietari, di queste navi. Con multe fino a 50mila euro e, in caso di recidiva, con la confisca della nave». Lei aveva chiesto di ‘comandare’ anche in mare. Sarà così? «Ci sarà un coordinamento del ministero dell’Interno, che prima non c’era. Poi, si lavorerà ovviamente con i ministeri dei Trasporti e della Difesa, con i quali peraltro non abbiamo mai avuto problemi. Poi mi permetta di ricordare, di questo nuovo decreto sicurezza, anche l’aumento delle pene, fino a quattro anni, per i violenti delle manifestazioni: per quelli che vanno con le mazze contro le forze dell’ordine». Con Conte tutto bene? Il premier ha lanciato a lei e Di Maio un paio di ultimatum... «Il governo è stato a rischio, non lo nego: c’erano troppi litigi, troppe discussioni, troppe divisioni. Un freno a mano costantemente tirato. Ma se si torna a lavorare come nei primi undici mesi, si va avanti. Sarà però decisiva la manovra economica d’autunno. O sarà coraggiosa, o salta tutto». E Di Maio? La seguirà? «Mi pare che abbia sposato anche lui la causa di un drastico taglio delle tasse». Però il premier Conte, l’altro ieri al ‘Corriere della Sera’, ha detto che non accetterà una manovra che non rispetta l’Europa. «Allora. In Europa ci sono dieci Paesi che versano all’Unione più di quanto ricevono, e 17 che ricevono più di quello che versano. L’Italia è fra i primi. Versiamo ogni anno sei miliardi in più di quello che riceviamo. È assurdo che ci venga inflitta una multa di tre miliardi! È come se io mi iscrivo a un circolo, pago la quota, e non mi fanno entrare perché sono brutto sporco e cattivo e non ho fatto bene i compiti. E poi: la Germania sfora più di noi, la Francia sfora più di noi...» Ma noi abbiamo un debito pubblico enorme. «Certo. Ed è un debito che abbiamo accumulato seguendo le indicazioni dell’Unione europea, rispettando le loro direttive. È chiaro che quello che ci chiedono di fare non funziona, no? Ecco perché vedo, nella procedura d’infrazione, un intento punitivo. E io non ci sto, ad accettare che l’Italia sia punita». In Europa andrà Conte a trattare. Lei è sicuro che andrà a difendere questa sua linea? «Sono fiducioso. E poi i dati del primo trimestre indicano che un accenno di ripresa c’è. Perché dovrebbero multarci?». Ho chiesto di Conte, signor ministro... Ha detto che non metterà mai la faccia su una procedura d’infrazione... «Nessuno ce la vuole mettere. Noi vogliamo passare alla storia come chi ha risollevato l’Italia». Ultimissima, Salvini. Avete preso persino Ferrara, Forlì e Mirandola. La Lega pensa davvero di conquistare anche l’Emilia? E se avrà tutto il Nord, crescerà la voglia di autonomia? «La data delle elezioni emiliane la decide la Regione, e io spero che si voti in novembre, che è la scadenza naturale. Non oltre. E non lo dico per calcolo, ma perché ci sono organi in scadenza e non è bello che restino in carica. Se vincerà la Lega, sarò contento perché sarà stato premiato il buon governo sul territorio. Ma a livello nazionale, per me non cambierebbe niente. Le autonomie le faremo comunque, entro il 2019. E faranno bene anche al Sud».