Giovedì 18 Aprile 2024

Governo, Salvini va in piazza. Berlusconi lo corteggia

Oggi la manifestazione della Lega a Roma segna una nuova crepa nell’alleanza gialloverde. L’obiettivo: rassicurare le imprese

Matteo Salvini passa sotto lo striscione 'La pacchia è finita' (ImagoE)

Matteo Salvini passa sotto lo striscione 'La pacchia è finita' (ImagoE)

Roma, 8 dicembre 2018 - Il Capitano si sveglia presto, come del resto fa di solito, e invade piazza del Popolo. Eppure, la manifestazione di massa da lui fortemente voluta e organizzata dalla sua Lega (almeno 10mila le persone già prenotate sui 200 pullman, 3 treni, Salvini ne vuole almeno 100 mila in piazza), si terrà solo stamattina. Salvini non sta nella pelle e gira un filmato in diretta dalla piazza, ancora deserta. «Qui – elenca – sarà un mare di entusiasmo, calore, affetto, energia, voglia di guardare avanti, voglia di lavorare, studiare, fare figli». Sarà – seguita Salvini – la manifestazione (slogan «L’Italia rialza la testa») «la miglior risposta di Popolo a Berlino, Pechino, Washington, Parigi». Non manca la stoccata: «Già in rete impazza l’entusiasmo, alla faccia di Saviano, Lerner e Pamele Anderson».

Il punto politico vero, però, è un altro. Salvini vuol dimostrare che la Lega non è solo di lotta, ma anche di governo e mostrarne il volto più rassicurante. Via, quindi, a ogni presenza di Casa Pound e di altri soggetti neofascisti, e dentro le categorie, ovviamente produttive, vero tallone d’Achille di Salvini. Infatti, è il Nord produttivo, quello dove la Lega raccoglie messe di voti, che rumoreggia e protesta contro gli anacronismi dei 5Stelle, che mostra segni d’insofferenza anche verso la Lega. Ma, alla vigilia della seconda grande manifestazione nazionale, la parola chiave che circola tra i big leghisti è anche un’altra: «autosufficienza». Salvini vuol dimostrare, cioè, la forza autonoma della Lega e la possibilità di raccogliere consensi oltre i confini dell’elettorato tradizionale. 

E vuole far capire di essere in grado di farlo da solo, senza la stampella di alleanze politiche passate (Forza Italia) e presenti (5Stelle). Certo, spiegano i big leghisti, le alleanze – a livello nazionale con i 5Stelle e a livello locale, con FI – non sono in discussione. E il vicepremier leghista crede nel governo con l’M5S: infatti, saliranno sul palco tutti i ministri leghisti al governo. La manifestazione segna anche l’avvio della campagna leghista in vista delle Europee: ergo, non ci saranno ospiti. Il tutto mentre una parte di Roma usa contro il Carroccio l’arma dell’ironia: manifesti sui muri con vip della Storia (da Giulio Cesare a Giordano Bruno alla sora Lella...).

Il guaio è che, venendo al centrodestra, ieri ha parlato anche Berlusconi in una manifestazione di Forza Italia all’hotel Ergife, e non è stato tenero. Con i 5Stelle. E con la Lega. «Dobbiamo mandare a casa questo esecutivo di incapaci e di dilettanti» ha tuonato Berlusconi, dicendo dei 5Stelle che «prima dicevo che erano buoni per pulire i cessi, ma non sono capaci nemmeno di quello».    Il leader di FI boccia la manovra («sono molto pessimista su un cambio della legge di bilancio. Voteremo no a questa fiducia») e tira una stoccata anche a Salvini: «Ha lasciato le decisioni in economia all’M5S». Poi, arriva, da parte di Berlusconi, pure il retroscena succoso: «Sono stato da Mattarella, mi ha detto che se cade il governo consentirebbe al centrodestra di trovare una maggioranza in Parlamento». A stretto giro, fonti del Quirinale fan sapere che il presidente «nei suoi colloqui non ha mai espresso la sua opinione su scenari politici eventuali». Berlusconi punta alla caduta dell’esecutivo, solo che Salvini, oggi, non ne vuol sentire parlare. Per ora, appunto.