Governo Draghi: la scelta coraggiosa di Salvini

Non era così scontato che il leader della Lega facesse il 'Grande salto'

Matteo Salvini (Ansa)

Matteo Salvini (Ansa)

In questa due giorni che cambia la politica italiana come poche volte in passato sono successe molte cose. La maggior parte previste, una non scontata. Si sapeva che il Movimento 5 Stelle avrebbe accettato Draghi, come avrebbe detto si se a Napoleone, al Mago Otelma o Totò. Per loro si tratta solamente di arrivare al 2023 senza dover cercare un lavoro vero. Si poteva prevedere pure che il Pd avrebbe continuato nella sua dissoluta corsa verso il cupio dissolvi in cui è precipitato, nell'involuzione di una segreteria che mai come in questa occasione ha mostrato la sua debolezza, e che non appena passerà la bufera sarà inevitabilmente messa in discussione dalle componenti più dinamiche, sempre che ne esistano, del Nazareno.

Non era invece così scontato che Matteo Salvini compisse il grande salto, mettendosi a disposizione di Mario Draghi "senza se e senza ma", e mostrando una capacità di sterzata che non tutti avevano messo in conto.

La bontà delle svolte si giudica sempre a posteriori, è il bello e il brutto della politica, e al momento possiamo solo metterne in evidenza il coraggio e la determinazione. Si può però osservare che il segretario leghista ha mostrato sia di saper ascoltare la propria base, che chiedeva a gran forza di non restare fuori dai giochi del Recovery, sia di avere compreso la vera portata della posta per lui in palio: non solo entrare in un governo importante, ma accreditarsi anche verso le cancellerie europee come un leader capace di assumersi responsabilità nei momenti difficili.

Ha capito che il suo anti-europeismo, o per lo meno il suo anti-europeismo percepito, erano una palla al piede nella marcia che lo potrà portare a palazzo Chigi tra due anni. Salvini sa che dicendo sì a Draghi ha rimesso in discussione una parte della narrazione dell'ultimo periodo, ma sa anche che si tratta di una scelta in qualche modo inevitabile dopo le scarse fortune acquisite al mercato dei sovranisti a senso unico alla Orban. Se poi oltre a un nuovo profilo governista l'entrata nel governo Draghi gli porterà anche l'aver messo in difficoltà il Pd, aver spaccato ancor più i Cinquestelle e forse acquisito un ruolo di vera preminenza nel centrodestra, significa che il <sacrificio> avrà dati risultati, come si dice, "oltre le aspettative".