Giovedì 18 Aprile 2024

Migranti, Salvini: "Mai porti aperti". Ma Di Maio: "Nulla sui rimpatri"

Il leader leghista snocciola i dati del Viminale: nel 2019 poco più di mille sbarchi e 2300 rimpatri. Il capo dei 5 stelle: "Molto deluso dalla bozza del decreto sicurezza bis"

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (Lapresse)

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (Lapresse)

Roma, 11 maggio 2019 - Salvini va all'attacco del premier Conte e del vicepremier Di Maio, e lo fa (anche) sul tema migranti: spingendo sul decreto sicurezza bis e sbandierando i numeri del Viminale su sbarchi e rimpatri. Da parte sua Di Maio replica a muso duro: "Sono molto deluso sul decreto sicurezza bis", ma alza la posta dello scontro chiedendo anche di smentire una telefonata a Berlusconi.

Salvini rivendica: "Nel 2019 meno sbarchi, meno reati commessi, meno morti in mare. Se qualcuno rimpiange i porti aperti che portavano in Italia più clandestini e facevano morire in mare più persone, sappia che avrà nel sottoscritto un avversario irriducibile". E sottolinea che dal primo gennaio 2019 a oggi sono sbarcate 1.009 persone contro le quasi 9.959 dello stesso periodo di un anno fa. E aggiunge: "Più ne partono più ne muoiono, se qualcuno, politico o magistrato, lascia ipotizzare che aiutare l'immigrazione clandestina non sia reato e che in Italia si può tornare a sbarcare è complice delle morti. Finché faccio il ministro i porti rimangono chiusi. Punto".

Decreto sicurezza bis, il testo in pdf. Migranti, cosa cambia

I NUMERI DEL VIMINALE - Un migliaio di persone sbarcate sulle coste italiane dal primo gennaio 2019 a oggi (per l'esattezza 1.009), contro le quasi 10 mila (9.959) dello stesso periodo di un anno fa. E ancora: i rimpatri nel 2019 sono 2.301, di cui 2.179 forzati (dato aggiornato al 5 maggio) e 122 volontari assistiti (dato aggiornato al 7 aprile). Nel 2019 - ricorda ancora il Viminale - è stato recuperato un cadavere; 402 i dispersi (stima Unhcr) contro i 23 morti accertati del 2018, anno in cui la stima dei deceduti e dispersi toccò quota 2.277. Nel 2016 ci furono 390 morti accertati e 5.096 dispersi. 

Mediterraneo, 70 morti annegati. La Mare Jonio sequestrata

LA DURA REPLICA DI DI MAIO - Da parte sua il vicepremier a 5 stelle Luigi Di Maio replica in modo durissimo: "E solo una bozza ma sono molto deluso dal decreto sicurezza - dice - perché non dice nulla sui rimpatri". E continua: "Il tema ora non sono gli arrivi, quelli li abbiamo fermati, grazie alle politiche migratorie fatte dal ministero dell'interno e dal governo. Ora, quando arriva una nave con persone a bordo, la maggior parte di queste persone va negli altri Paesi europei".  Quindi "il tema vero è sui rimpatri, sui quali siamo pronti a dare una mano al ministro dell'Interno. Io non faccio il ministro dell'Interno, ma non può essere sempre colpa degli altri. Scrivere una lettera al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e dire 'sui rimpatri dobbiamo fare di più' mi sembra una iniziativa ingiusta". 

 image

E alle rimostranze dell'alleato di governo, Salvini rimarca: 

image

LA TELEFONATA A BERLUSCONI - A margine del conflitto sui migranti, spunta anche la polemica per una telefonata tra Salvini e il Cavaliere, che ha suscitato in Di Maio terribili sospetti. "Berlusconi l'ho sentito per fargli gli auguri di buona salute - spiega il leader leghista - spero che Di Maio non polemizzi anche quando qualcuno augura in bocca al lupo a uno che è ricoverato in ospedale, perché altrimenti saremmo veramente all'asilo Mariuccia".

Sulla sua pagina Facebook il capo politico dei 5 stelle aveva chiesto alla Lega di smentire contatti telefonici con Silvio Berlusconi per far cadere il governo gialloverde. "Leggo che ci sarebbero state telefonate tra la Lega e Berlusconi dove si parla di far cadere il governo. Mi auguro siano smentite queste telefonate, poiché quello che stiamo facendo noi va proprio nella direzione opposta a Berlusconi ed è quello che la sinistra e il Pd non hanno mai avuto il coraggio di fare in 30 anni!".  

ZINGARETTI CONTRO -  "Questo decreto con la sicurezza non c'entra nulla - attacca su Fb il leader Pd Nicola Zingaretti - Abbiamo un'idea di Italia più seria e sicura". E spiega: "La sicurezza si garantisce aumentando gli organici delle forze dell'ordine, aumentando i presidi nei quartieri, rifinanziando i patti sulla sicurezza nei comuni, rilanciando la lotta alle mafie, rafforzando gli investimenti per il lavoro e su cultura, sport e scuola nelle periferie difficili -sottolinea - Non, come dicono Salvini e Di Maio, facendo le multe a chi salva un essere umano in mare. Salvini e Di Maio nella rincorsa a chi la spara più grossa hanno passato il segno. La verità è un'altra: litigano su tutto e si garantiscono la poltrona a vicenda. Chi vota Di Maio vota Salvini".

NUOVO BARCONE IN DIFFICOLTA' - Intanto dall'Africa si continua a scappare. Mentre solo 3 persone sono state salvate dal naugragio di ieri, la guardia costiera tunisina ha intercettato in acque nazionali un'imbarcazione in difficoltà al largo di Jebeniana, 35 km a nord di Sfax, con a bordo 46 migranti, dei quali 20 donne, in gran parte di Paesi sub-sahariani, oltre a 6 tunisini. 

I NUMERI ONU SULLA LIBIA - Dalle Nazioni Unite arrivano però altri - preoccupanti - conteggi. È salito a 67.200 il numero degli sfollati dall'inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni, il 4 aprile, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha). "La comunità umanitaria internazionale - si legge nella nota dell'Ocha - condanna fermamente l'apparente attacco diretto contro un'ambulanza chiaramente segnalata l'8 maggio scorso, che ha ferito due paramedici e lasciato in condizioni critiche il direttore delle ambulanze e dei servizi medici di emergenza di Tripoli, ultima di un'allarmante alta incidenza di attacchi ai primi soccorritori e al personale medico".

L'Ocha segnala inoltre che "un raid aereo nella notte del 7-8 maggio ha ferito due persone all'interno del centro di detenzione di Tajoura e ricorda che l'Unhcr ribadisce le richieste di evacuazione immediata di rifugiati e migranti intrappolati nelle aree di conflitto. L'impatto umanitario degli scontri di Tripoli si fa sentire nel sud della Libia, con l'interruzione nel rifornimento di beni essenziali come cibo e carburante".