Mercoledì 24 Aprile 2024

Salvini-Di Maio, nuove tensioni. Il leader leghista: "Manovra subito"

Il ministro dell'Interno rilancia la sfida: "Basta sangue alla Ue", e convoca i sindacati. All'invasione di campo Di Maio risponde attaccandolo sui voli di Stato

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 22 giugno 2019 - Nuove scintille nel governo, con Salvini che convoca i sindacati al Viminale - 'entro luglio' - per un confronto su lavoro, autonomia e manovra economica e Di Maio che risponde all'evidente invasione di campo stuzzicando l'alleato-avversario con l'ormai vecchia storia dei voli di Stato. Il vicepremier leghista si guarda bene dal lasciar correre: "i voli sono stati usati solo per impegni istituzionali", replica minacciando querele.

E insomma, anche lontano dalle campagne elettorali non c'è pace tra le due anime del governo, mentre ce ne sarebbe bisogno, visto che il prossimo Consiglio dei ministri deve ufficializzare numeri per rassicurare l'Ue e che i due leader della maggioranza restano su posizioni distanti. In tutto ciò, oggi Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato per il Sud a Reggio Calabria: in 25mila hanno sfilato anche contro la flat tax che, secondo Furlan, "E' iniqua, perché avvantaggia chi ha di più. Ma è anche sbagliata perché per sostenere i consumi bisogna creare lavoro e aumentare i salari. Inoltre, penalizzerebbe il Sud".

SALVINI - Ma al di là della chiamata dei sindacati al Viminale,  Salvini continua a voler prendere in mano l'economia e il rapporto con la Ue. "All'Ue gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta - attacca - La Lega vuole anticipare la manovra economica all'estate, non c'è tempo da perdere". Insomma, rilancia la sfida e propone a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio di lavorare subito al famoso "choc fiscale" che ritiene sia l'unica soluzione per «non dare il sangue all'Europa». La mossa non è concordata: fino a sera non risultano contatti con i partner di governo. E il rilancio, in piena trattativa sulla procedura d'infrazione, suona ai vertici del governo e nel M5s più come una forzatura, che fa crescere tra i pentastellati il sospetto che il vero obiettivo sia far saltare l'esecutivo.

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DI MAIO - In un video con i militanti pubblicato da Fanpage, Di Maio dice che il leader della Lega "non può essere un nostro modello" e critica l'uso degli aerei di Stato. Durante la campagna elettorale per le europee e le amministrative "molti di voi mi dicevano, perché quello lì sta in ogni comune e tu non ci sei mai? Poi abbiamo scoperto che usava gli aerei di Stato. Io non li uso. questa roba qua non può essere il nostro modello di riferimento, se qualcuno pensa che noi dobbiamo fare i voti con quella roba, noi il Movimento lo abbiamo ucciso". Prontamente Salvini replica: "è già stato tutto certificato, i voli sono stati usati solo per impegni istituzionali, siamo pronti a querelare chiunque dica il contrario. Meno tempo si perde in chiacchiere, più tempo rimane per lavorare". Ma il capo politico dei 5 stelle ce l'ha anche col collega di movimento Alessandro Di Battista. "Noi siamo andati al governo per fare le cose, finché ci consentirà queste condizioni di farle, io continuerò. Perché se invece il tema è fare il ragionamento politico... è per questo che io mi sono incazzato in questi giorni quando ho sentito questa frase 'burocrati chiusi nei ministeri'», ha sottolineato citando la frase dell'ex parlamentare.

DI BATTISTA - Intanto al Rousseau City di Catania, intervistato da Davide Casaleggio, Alessandro Di Battista non giura sulla durata del governo. "Non so. Vedo Salvini che provoca ogni giorno. Sono convinto che nella sua logica ci sia l'idea di mandare tutto all'aria per mero tornaconto personale. Sarebbe molto grave perché conta molto di più l'interesse del Paese che quello di una forza politica", dice e accusa il leader della Lega di "berlusconizzarsi sempre di più". Quanto alla tensione con Di Maio, tranquillizza il Dibba, è "una polemica montata ad arte. Domani lo chiamo ed è tutto a posto".

CONTE E LA UE - Al premier Giuseppe Conte le frizioni tra i due non possono far piacere, ma gli scossoni contro Palazzo Chigi vengono anche da fuori: da Bruxelles non spirano venti di pace. Conte su Facebook rilancia: la situazione è "davvero molto complicata", ma luic crede ancora in "un approccio costruttivo di tutte le parti che siedono intorno al tavolo".  Ma da Venezia, al festival del Foglio, lo gela Margrethe Vestager, responsabile alla concorrenza della Commissione Ue, che sembra dare voce ad un comune sentire tra le istituzioni Ue. "Il populismo preoccupa", spiega, sostenendo che porti avanti un paradigma secondo cui "tutti gli altri non hanno capito niente, io ho capito tutto e ho qui la soluzione miracolosa per tutti i vostri problemi". La soluzione, dicono dalle Commissione ma anche dal Consiglio Ue, non può passare attraverso maggiori deficit e debito. Anche perché, come ricorda il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sempre da Venezia, "se si percepisce che l'economia non cresce, c'è il dubbio che il debito non ti sia ripagato