Salvini frena sul 'Salva Roma'. I 5 stelle replicano: "Pensi al caso Siri"

Il vicepremier leghista: "Non esistono Comuni di serie A e Comuni di serie B, Raggi non ha il controllo". Poi ripropone la leva obbligatoria. La foto col mitra? "Polemiche sul nulla"

Luigi Di Maio e Matteo Salvini in Parlamento (ImagoE)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini in Parlamento (ImagoE)

Roma, 22 aprile 2019 - La pausa pasquale non frena le frizioni all'interno della maggioranza. Salvini, dalle vacanze a Pinzolo, critica il decreto Salva-Roma, innescando una polemica con i 5 stelle ("Parla di Roma per nascondere il caso Siri"). Poi il vicepremier leghista annuncia il ritorno della leva obbligatoria per gli Alpini - che fonti del ministero della Difesa bollano come inapplicabile - attacca i super stipendi Rai e sfida Fazio: "Vado da lui solo se si dimezza lo stipendio". Infine torna sulle polemiche scatenate dalla foto social in cui tiene in mano un mitra. "Sono polemiche fondate sul nulla, questa mattina ho pubblicato la foto di tre peluche che ho portato in gita per mia figlia e hanno polemizzato anche sui peluche - commenta il leader della Lega -. Se la sinistra si attacca alle foto per polemizzare vuol dire che stiamo lavorando bene". 

IL SALVA-ROMA - Anche se Matteo Salvini assicura che non sarà lui a far cadere il governo, il decreto 'Salva Roma' resta un provvedimento che non piace al vicepremier leghista. "O tutti o nessuno, in democrazia funziona così. Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B, se in tanti hanno dei problemi aiutiamoli, altrimenti non si sono quelli più belli e quelli più brutti", dice infatti intervenendo a un gazebo del Carroccio, a Pinzolo, in Trentino, per le elezioni suppletive del 26 maggio. "Non mi pare che a Roma ci sia un sindaco che abbia il controllo della città. Regali non ne facciamo, io ho le idee chiare", insiste Salvini puntando il dito contro l'amministrazione 5 Stelle di Virginia Raggi.

Il ministro dell'Interno assicura anche di non avere "nessuna nostalgia dei governi del passato" e di non voler "andare a votare prima del previsto", ma avverte che le tensioni con gli alleati grillini "sono come le liti fra moglie e marito: per governare bene bisogna volerlo in due". "Io ho le idee chiare, non so loro se vogliono chiarire. C'è un contratto di governo che ci impegna per altri 4 anni. C'è tanto da fare, di perdere tempo o di fare polemiche non ho voglia". 

In serata fonti di governo della Lega spiegano che se ci fosse "un accordo su tutti i Comuni" anche la norma 'Salva Roma' potrebbe essere inserita nel decreto crescita, ma "in sede di conversione". Al momento, spiegano, la norma non è ancora stata inserita nel testo e in ogni caso queste norme, sia quella per Roma che quelle per gli altri Comuni vanno portate avanti insieme, non prima una poi le altre.

LA REPLICA 5 STELLE - Fonti del M5S sottolineano: "Sul cosiddetto salva Roma la Lega forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchi di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo".

E ancora: "Siamo di nuovo costretti a puntualizzare, perché la Lega con Matteo Salvini è inciampata in una grandissima gaffe senza saperlo. Il provvedimento di cui parlano, che loro chiamano salva-Roma, poi salva-Raggi quando capiscono che il primo epiteto non paga in termini elettorali, è totalmente a costo zero. Non andiamo oltre, ci fermiamo qui, sarebbe paradossale spiegare qualcosa che capirebbe anche un bambino". 

A stretto giro di posta arriva anche la replica del viceministro all'Economia, Laura Castelli. "Voglio rassicurare il ministro Salvini, non c'è nessun 'Salva Roma', dalla lettura della norma, peraltro non replicabile, si comprende che così viene chiusa l'operazione voluta dal Governo Berlusconi nel 2008, con un considerevole risparmio per lo Stato e per i cittadini", dice l'esponente 5 Stelle dell'esecutivo, sottolineando che "non c'è sempre bisogno di un nemico, perché in questo caso non c'è un nemico". "I Comuni - aggiunge - vanno salvati tutti  ma i problemi sono diversi e a ciascuno serve la sua cura".

FRATELLI D'ITALIA - Veleno anche da FdI, con Federico Mollicone che contrattacca: "Roma non è un Comune come gli altri: è la Capitale d'Italia, e Salvini se ne faccia una ragione. A meno che nella geografia leghista sia indicato altro... Faremo una battaglia trasversale per fondi e poteri speciali. In questa diatriba elettorale fra Salvini e Raggi gli unici a rimetterci saranno i cittadini romani". 

LEVA OBBLIGATORIA - Come non bastassero i temi di screzio già sul tavolo del governo, il leader leghista torna sul suo vecchio pallino della leva obbligatoria: "Da settembre l'educazione civica diventerà materia obbligatoria nelle scuole e inoltre dovremo anche reintrodurre il servizio militare obbligatorio, magari nel Corpo degli Alpini". Non l'avesse mai detto, fonti della Difesa si affrettano a spiegare che la cosa non si può fare: "Pensiamo al futuro non al passato e del resto il ministro Trenta è già stato molto chiaro: il ritorno alla leva obbligatoria è un'idea romantica ma inapplicabile, visto che le dinamiche sono cambiate e oggi il Paese vanta dei professionisti tra le forze armate".  A ruota si oppone il Pd, con l'ex ministra Roberta Pinotti, che parla di "slogan inattuabili e propagandistici" e attacca: "La difesa della patria, che si esplicita in particolare nelle missioni all'estero e nella lotta al terrorismo, ha bisogno di professionalità che non possono realizzarsi con un tempo limitato di formazione". Pinotti apre invece sul servizio civile. "su cui i ragazzi potrebbero impegnarsi (ambiente, sociale e cultura)".

Da parte sua la deputata di Forza Italia Elvira Savino, rivendica la scelta di Berlusconi di  avere anticipato la sospensione della leva militare obbligatoria nel 2005: "Ai ragazzi e alle ragazze bisogna dare opportunità di lavoro e di carriera, non gravarli di una ulteriore tassa sulla gioventù".

POLEMICA CON FAZIO - Salvini riprende poi la polemica sui super stipendi in Rai, e da Pinzolo, dove passa le vacanze di Pasqua con i figli, attacca Fabio Fazio: "Il prossimo 5 maggio sono stato invitato in un noto programma televisivo assieme a Silvio Berlusconi, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Ho detto al conduttore, che guadagna 3 milioni di euro l'anno, che ci andrò soltanto nel caso in cui decida di tagliarsi lo stipendio. Altrimenti potrei andare con la giacca della Polizia così Saviano mi può querelare". 

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