Salta il tetto degli stipendi per i manager pubblici: il disappunto di Draghi

Abolita la soglia di 240mila euro per forze armate e ministeri. Scambio di accuse. La rabbia di Renzi

Il premier Mario Draghi

Il premier Mario Draghi

Roma, 13 settembre 2022 - Stipendi di forze armate e ministeri, via al tetto di 240mila euro. Con polemica.

Il decreto Aiuti bis, dopo giorni di trattative tra i partiti, ha avuto oggi il via libera del Senato e giovedì approda in Aula alla Camera, ma la giornata a Palazzo Madama vede scoppiare un nuovo “caso” sul superamento del limite di 240mila euro per i super dirigenti della Pubblica amministrazione. Una norma che viene accolta con “disappunto” da Palazzo Chigi.

L’emendamento di Forza Italia riformulato (e approvato) al decreto Aiuti bis prevede che venga riconosciuto, su proposta del Mef, “un trattamento economico accessorio per ciascuno di importo determinato nel limite massimo delle disponibilità del fondo” per le esigenze indifferibili (che ha un dotazione annua di 25 milioni di euro). L’importo è attribuito anche in deroga al limite di legge per il personale della PA pari alla retribuzione del primo presidente di Corte di Cassazione (240.000 euro annui al lordo dei contributi previdenziali ed assistenziali).

"A chi è riconosciuto il trattamento"

Salta il tetto di 240mila euro sullo stipendio per i vertici delle forze dell'ordine - tra questi capo della polizia, comandante dei carabinieri, comandante della Finanza, capo dell'amministrazione penitenziaria - per continuare con i capi dipartimenti, i segretari generali dei ministeri, il segretario generale della presidenza del Consiglio.

Il disappunto di Draghi

Una iniziativa non gradita da Palazzo Chigi, con cui non ci sarebbe stata una interlocuzione sul tema. Si tratta, si fa notare dalla Presidenza del Consiglio, di un emendamento parlamentare inserito in un provvedimento Aiuti che “nulla ha a che vedere” con il tema del tetto.

La polemica politica

Il Pd chiede una immediata correzione per “ripristinare il tetto nel primo provvedimento utile e cioè nel dl aiuti ter”, affermano Debora Serracchiani capogruppo dem alla Camera e Simona Malpezzi, capogruppo al Senato. Iv, con Davide Faraone, parla di “blitz” e dice “no a passi indietro” rispetto a una regola che era stata voluta dal governo Renzi

Renzi all'attacco

"Un tetto che avevo messo io”, ricorda il leader di Italia viva. “Oggi il governo ha fatto una riformulazione di un emendamento e non avevamo alternative” per impedirlo “per evitare che saltasse tutto”, ovvero l’approvazione da parte del Senato del decreto Aiuti bis. “Spero si torni al ‘tetto Renzi’ di 240mila euro: non mi sembra un’idea geniale aumentare adesso gli stipendi ai massimi dirigenti, ma non potevamo che votare il decreto altrimenti saltavano 17 miliardi di aiuti, ma il tetto a 240mila euro mi sembrava molto piu’ serio di quanto e’ stato deciso oggi”, attacca Renzi.