Sì al Recovery e dimissioni. Renzi: "Il Paese in sicurezza"

Come chiesto dal Colle, Iv non farà mancare i voti per senso di responsabilità. La discussione ruota intorno a un Conte ter, però sempre meno probabile

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

"Le nostre due ministre (Bellanova e Bonetti, ndr) stanno svuotando i cassetti dei loro uffici e oggi si dimetteranno, subito dopo il Cdm se finirà stanotte o all’alba di domani". Il big renziano che spiega al QN la tempistica della crisi di governo che, oggi, da strisciante si farà reale, non ha dubbi. Non li ha neppure il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Ieri l’ex premier ha parlato, in chiaro, di Mes, chiedendolo a viva voce, di Recovery, che ancora non c’è, e molto altro. I suoi lo hanno trovato (era il giorno del suo compleanno) determinato e convinto della scelta dello showdown finale. "Siamo responsabili, ma non siamo soddisfatti da Conte", il refrain del leader di Iv che indica ai suoi una strada chiara: mettere in sicurezza tutto quello che c’è da mettere, Recovery Plan compreso, ‘dopo’, in Parlamento, ma intanto aprire la crisi e ottenere le dimissioni formali di Conte. Sbotta un renziano di primo livello, "Il Recovery Plan lo metteremo ‘in sicurezza’, ma nelle Camere. Punto".

Le due ministre – che ieri hanno fatto sapere che parteciperanno ‘prima’ al Cdm e casomai durante o dopo procederanno alle dimissioni e al loro ritiro – potrebbero astenersi, o persino votare a favore dell’ultima bozza del Recovery, ma non fermerà l’apertura della crisi.

Le mosse di Iv, oggi, dovrebbero dunque essere queste. Si terrà il Cdm in cui Conte porterà il Recovery Plan e, forse il dl Ristori e lo scostamento di bilancio di 24 miliardi (anche se dl ristori e scostamento potrebbero ritardare di un giorno o due). Iv ritirerà la delegazione dal governo e annuncerà – con una conferenza stampa che terrà forse subito dopo – che "quando quei provvedimenti arriveranno in Parlamento, dirà sì a tutti per mettere in sicurezza il Paese".

Il problema è, a questo punto, cosa può succedere dopo. Per Conte – e per il Pd, che premeva per un rimpastone – la via meno accidentata sembrava, fino a ieri, il Conte ter. Anche il Colle aveva fatto filtrare un simile gradimento. Dimissioni del premier, rapido passaggio al Quirinale, nuovo accordo all’interno della stessa maggioranza attuale, giuramento del nuovo governo, alle Camere per la fiducia. "Si potrebbe fare in un giorno, facendo perdere poco tempo anche a Mattarella – sbotta un’altra renziana d’ordinanza –. Il problema è che Conte, e Rocco Casalino, vogliono sfidarci, cercando i Responsabili in Parlamento. Ora sognano di sostituirci persino con Forza Italia!". Come dice da mesi Renzi "li aspetto in Senato, ci divertiremo.

In effetti Goffredo Bettini ora apre a un governo con FI, ma i renziani se la ridono, sicuri che né FI né altri responsabili ci staranno mai, a governare con Pd e M5s. "Io – sbotta un colonnello renziano di peso – francamente, vedo più la possibilità di un governo a guida Franceschini, o Zingaretti anche, con i partiti attuali e noi dentro. Male che vada vedo un governo Cartabia. Ma non un Conte ter. Il premier si è mostrato arrogante e il Conte bis un disastro". Renzi e Iv sono ormai ‘oltre’ Conte, e anche di parecchio.

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