Mercoledì 24 Aprile 2024

Cremlino: "Accuse sulle interferenze russe in Italia sono assurde"

Interviene il portavoce Dmitri Peskov. I legami della Lega Nord con la rappresentanza diplomatica della Federazione a Roma? "Meglio chiedere all'ambasciata stessa"

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino (Ansa)

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino (Ansa)

Roma, 30 luglio 2022 - Le accuse d'ingerenza della Russia in Italia "sono assurde". Così all'Agi il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ribadendo che Mosca "non interferisce nella politica italiana". Queste accuse, denuncia Peskov, "sembrano più che altro un tributo alla moda di incolpare la Russia per tutto e ovunque". Alla domanda di commentare i legami della Lega Nord con la rappresentanza diplomatica della Federazione a Roma, il portavoce si è limitato a rispondere che "è meglio chiedere all'ambasciata stessa".

Già ieri la potente portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zakharova, aveva liquidato, parlando con l'Ansa, il caso come "una fiaba". Dopo giorni di silenzio, i russi passano quindi al contrattacco imputando alla classe politica italiana e ai media di dimenticare "la propria autosufficienza e orgoglio nazionale" e di iniziare "a farsi pilotare da attori esterni, copiando volgarmente anche le peggiori pratiche e modelli di campagna elettorale, tentando di giocare la 'carta russà e diffondendo coscientemente il mito dell'ingerenza di Mosca nei processi elettorali". Un mito che, secondo Zakharova, "è come una fiaba" in cui "più si va avanti e peggio è".

"Se prima - ha sostenuto la portavoce della diplomazia russa - la capacità di cambiare i governi a Roma era attribuita all'ambasciatore russo, ora un primo segretario ordinario può farlo rivolgendo una domanda a un assistente di uno dei politici italiani. A quanto pare, in futuro, le crisi politiche in Italia deriveranno dalla semplice comparsa di una segretaria di cognome russo", aggiungendo con sarcasmo.

La Russia, che, attraverso l'ex presidente russo Dmitri Medvedev, aveva esultato per la caduta del governo Draghi, rifiuta dunque ogni sospetto di intromissioni o di tifo partigiano.