Rosy Bindi lascia la politica: "Ventitre anni sono abbastanza"

La pasionaria del Pd: "Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde". E sulle primarie? "Vicina a Orlando"

La presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi (Ansa)

La presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi (Ansa)

Roma, 10 aprile 2017 - Rosy Bindi va in 'pensione'. Dopo anni sulla scena politica, la pasionaria del Pd lascia il partito e la militanza e confida: "Vorrei dedicarmi agli studi, tornare al mio vecchio amore per la teologia. E poi viaggiare". Un addio che non può non avere a che fare anche con il clima che si respira tra i dem. 

"Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo - confida la Bindi al Fatto Quotidiano - La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo".

Ma non rinuncia a dare 'indicazioni' per le vicinissime primarie, dicendo di sentirsi vicina a Orlando nella corsa alla segreteria. Quanto al suo futuro, Bindi assicura che comunque "non mi ritirerò a vita privata. Maria Eletta Martini e Tina Anselmi finché hanno potuto si sono impegnate. E io vedo un gran bisogno di formazione alla politica e di ricostru zione delle reti associative". 

Poi qualche stoccatina: Bindi ammette di avere "lasciato una casa (ovvero il Pd ) incompiuta e ora la ritrovo un po' diroccata". Anche perché "il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell'uomo solo al comando".

La Bindi, 66 anni, è presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013. E' stata ministro della sanità dal 1996 al 2000 e ministro per le Politiche per la famiglia dal 2006 al 2008. Inoltre dal 2008 al 2013 è stata vicepresidente della Camera dei deputati e dal 2009 al 2013 presidente del Partito Democratico.

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