Rossella Schettino contro De Falco: "Con quella telefonata crocifisse mio padre"

Rossella, 21 anni, figlia dell'ex comandante della Costa Concordia si sfoga su Facebook

Rossella Schettino, figlia dell'ex comandante della Costa Concordia

Rossella Schettino, figlia dell'ex comandante della Costa Concordia

Roma, 25 febbraio 2018 - Ai tempi del tragico naufragio della Costa Concordia ci fu il famoso scontro tra Gregorio De Falco e  Francesco Schettino. Il primo (ricordate?) intimò al comandante la famosa frase "vada a bordo cazzo". Oggi, a distanza di sei anni, ad attaccare è Rossella Schettino, figlia dell'ex comandante della tristemente famosa nave da crociera, che se la prende via Facebook proprio con De Falco, oggi candidato con i 5 Stelle alle elezioni 2018 e allora in servizio alla capitaneria di porto di Livorno. Rossella ha 21 anni e ha deciso di aprire un profilo sul famoso social network per dire basta alle strumentalizzazioni mediatiche. Il post ha fatto molto clamore, tra chi ha criticato aspramente le sue parole e chi invece le ha condivise.

"Sono giorni che leggo notizie riguardo Gregorio De Falco e un presunto episodio di violenza domestica. Ma al di là di quale sia la realtà dei fatti e la misura dell’episodio mi indigna sentire che lui e la moglie si lamentino di essere vittime di strumentalizzazione mediatica. Lamentano inoltre che fatti famigliari e personali vengano riportati dai giornali, la signora De Falco dice ora che vuole siano tutelate le figlie". Rossella è indignata e si dice stupita che "sia proprio De Falco a ritenersi vittima. Proprio lui che con la celebre telefonata del “Vada a bordo ca..o, crocifisse mediaticamente mio padre".

Il naufragio del 2012. La domanda che si fa la figlia di Schettino, che ai tempi del naufragio all'Isola del Giglio aveva solo 15 anni è quale "tutela ci fu nei miei confronti?  Queste cose non gli interessavano quando rilasciava certe dichiarazioni? Chi diede quella telefonata in pasto ai giornali?". E continua: "La più grande strumentalizzazione mediatica mai fatta in Italia è stata proprio la sua telefonata: quella del “Vada a bordo ca..o". Rosella difende il padre, dicendo che la telefonata ebbe " toni volgari, aggressivi, intimidatori e soprattutto fu totalmente inutile ai fini della gestione dell’emergenza". Senza nulla togliere alle responsabilità individuate nei tre gradi del processo (Schettino ora è in carcere), lo sfogo della figlia del comandante della Concordia è legata a quella famosa telefonata in quella notte da dimenticare, il 13 gennaio 2012. Una telefonata che cambiò la vita a tutti i protagonisti di una vicenda che fece il giro del mondo e che sconvolse l'Italia. Rossella insiste sulla famosa telefonata che rese De Falco eroe nazionale dicendo "che doveva rimanere agli atti processuali come tutte le telefonate intercorse quella notte. Invece, stranamente, il file venne fatto pervenire alla stampa come se una lunga mano sapesse esattamente dove attingere".

Il profilo su Facebook. Infine, un post per spiegare la sua uscita pubblica sui social. "Sono 6 anni che l’informazione intorno alla vicenda di mio padre è manipolata, a partire da quella telefonata di De Falco hanno iniziato a costruire la verità di comodo. In questi anni ho letto titoli di giornale che non avevano nessuna attinenza con la verità. Virgolettati attribuiti a mio padre su cose mai dette. Ancora in questi mesi ho dovuto leggere cose al limite del ridicolo. Hanno scritto che porto bottiglie di acqua di mare a mio padre e che se le versa in testa. E’ una cosa assurda ed anche totalmente inverosimile, non si può portare nessun liquido all’interno di un carcere. Questo solo per farvi un esempio delle totali falsità che si sono inventati per portare a termine quel progetto di demolizione personale e mediatica finalizzata allo scopo di creare il colpevole perfetto".