Roberto Gualtieri, chi è il nuovo ministro dell'Economia

Il profilo di un tecnico con alle spalle un cammino tutto politico

Roberto Gualtieri

Roberto Gualtieri

Roma, 4 settembre 2019 - Europeista convinto, professore universitario, il profilo di un tecnico con alle spalle un cammino tutto politico: il democratico Roberto Gualtieri è il nuovo ministro dell'Economia. Prima di lui, l'ultimo uomo di partito a occupare quella poltrona era stato Giulio Tremonti nel quarto governo Berlusconi, otto anni fa. Romano del quartiere Monteverde, classe 1966, Gualtieri è uno storico contemporaneista e insegna all'Università La Sapienza. Si è laureato in lettere con lode e poi ha svolto un dottorato con una tesi su Commercio Estero e sviluppo. Ha firmato diverse pubblicazioni, tra cui una sulle Istituzioni europee curata con Giulio Amato. Ha militato per anni nei Democratici di Sinistra, prima di entrare a far parte della direzione del Partito democratico nel 2008. Ex dalemiano, è stato per un periodo vicino a Renzi ma oggi è considerato vicino al segretario Zingaretti.

Nel 2009 è approdato a Strasburgo, sempre in quota Pd. Esperto di negoziati finanziari, è stato membro del team che ha creato il Servizio Europeo per l'Azione esterna e il Fiscal Compact. Ha preso parte tra il 2012 e il 2013 al gruppo di lavoro presieduto da Herman Van Rompuy per la riforma dell'Unione Economica e Monetaria. Considerato uno degli eurodeputati piu' influenti, per due volte ha presieduto la commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo, ed è stato riconfermato in questa legislatura. E' membro del gruppo direttivo sulla Brexit ed è molto apprezzato a Bruxelles come in Italia per la competenza su regole e procedure europee sia nella finanza pubblica che sulle banche. Ha guidato le trattative per rendere meno rigide le norme sugli aiuti di Stato agli istituti e anche durante il governo gialloverde ha lavorato molto perché non partissero procedure sui conti dell’Italia. Capacità che saranno fondamentali ora: dovrà iniziare negoziando un aumento del deficit 2020.