Martedì 23 Aprile 2024

Province, spunta l'idea del ritorno. Di Maio: no a poltronifici. Salvini: danno servizi

Fonti 5 stelle rivelano che la riforma degli Enti locali è portata avanti dalla Lega ma il M5S "non è assolutamente d'accordo". Eppure ci ha lavorato la viceministra Castelli. Il Carroccio: "Non possono cambiare idea su tutto".

Elezioni provinciali, foto generica (De Pascale)

Elezioni provinciali, foto generica (De Pascale)

Roma, 27 aprile 2019 - Le Province? Il piano del governo gialloverde è di tenerle, stando almeno all'anticipazione del Sole24ore sulle linee guida della riforma degli enti locali. Ma il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio oggi si smarca: "Noi contrari ai poltronifici, chiedete alla Lega", twitta a muso duro. Eccola qui, la freccia quotidiana che mancava all'arco dei già innumerevoli motivi di scontro tra Lega e 5 stelle. Salvini da Biella risponde che "servono a dare servizi ai cittadini". 

Le solite 'fonti M5S' sottolineano: "Si tratta di una riforma del Testo unico Enti locali portata avanti dalla Lega, e sulla quale il M5S non è assolutamente d'accordo". "Non possono cambiare idea ogni giorno" replicano quelle del Carroccio. A dir la verità sulla riforma degli enti locali Lega e Cinque Stelle avrebbero lavorato insieme, un tavolo tecnico-politico in conferenza Stato-Città.

Ma comunque sia, riparte la guerra tra le due anime del governo, cui si aggiunge lo sberleffo dell'ex premier Pd Matteo Renzi, che appresa la cosa sfotte sul "governo del cambiamento" e l'azzurra Anna Maria Bernini che conferma la resurrezione delle Province ricordando anche che la riforma è stata scritta a quattro mani dalla viceministra Castelli e dal sottosegretario Candiani. Ovvero, M5S e Lega. Il leghista Borghi sipega che con "l'abolizione non ci fu risparmio". E da Pechino il premier Giuseppe Conte, rispondendo a una domanda, ha fatto sapere che "il dibattito lo affronteremo quando torneremo".

DI MAIO - L'attacco del Di Maio versione barricadero è ad alzo zero: "Per il M5S non esiste alcun tipo di poltronificio, quindi le Province si tagliano. Punto. Per noi è così, per il resto chiedete alla Lega. L'Italia ha bisogno di efficienza e snellimento, non di enti inutili e costosi". 

Un concetto ribadito anche in un post su Facebook: "Sulle Province non se ne parla. L'italia ha fin troppi problemi a cui pensare e non aggiungiamone altri. Io non spendo altri soldi degli italiani per rimettere su nuovamente un ente burocratico che già prima complicava la vita a tutti. Bisogna andare avanti, non indietro! Per le tasse che pagano, gli italiani già meriterebbero di avere servizi dignitosi nelle proprie città. Non è riesumando un vecchio carrozzone che si danno più servizi ai cittadini. Io nuove poltrone non le voglio. Bisogna tagliarle le poltrone, non aumentarle. E bisogna tagliare anche gli stipendi dei parlamentari. Subito!". 

SALVINI -  "L'abolizione delle Province è una buffonata che ha portato disastri, soprattutto nella manutenzione di scuole e sulle strade". Interviene il segretario federale della Lega, Matteo Salvini da Biella. "Io voglio che scuole e strade siano in condizioni efficienti - aggiunge il leader del Carroccio -. L'importante è che i 5 stelle si mettano d'accordo. Qualche viceministro infatti dice si e qualcuno dice no. Così sull'autonomia e sui porti che qualcuno vuole chiusi e qualcuno aperti. L'importante è mettersi d'accordo". "Noi vogliamo dare un servizio ai cittadini - ha concluso il leader della Lega - e se Comuni e Regioni non ce la fanno servono le Province".

LEGA ALL'ATTACCO - "I 5 stelle non possono cambiare idea ogni giorno su tutto. Oggi tocca alle Province, distrutte da Renzi con gravi danni per i cittadini e per la manutenzione di scuole e strade. Un viceministro 5 stelle lavora per rafforzarle, un altro ministro 5 stelle lavora per chiuderle. L'Italia ha bisogno di sì e di serietà, non di confusione". E' quanto fanno trapelare fonti leghiste.

5 STELLE: "TAGLIARLE" - "Non si può discutere sempre su ogni cosa. Sulle province il punto è chiaro: noi vogliamo tagliarle, siamo sempre stati per il taglio degli sprechi. Vogliamo tagliarle e usare quelle risorse per abbassare le tasse alle famiglie e alle imprese. Chi è meno chiaro è proprio la Lega, che invece di dire come la pensa sul tema parla di noi. Ad esempio abbiamo anche una proposta per tagliare gli stipendi dei parlamentari e restituire soldi agli italiani, la Lega anche su questo ancora non ci ha detto come la pensa". Spiegano fonti M5S

IL PD - "Pur di andare contro alle scelte del nostro Governo, fanno risorgere le vecchie province - scrive Matteo Renzi su Facebook - Dopo aver salvato il Cnel e il bicameralismo paritario, torna l`elezione diretta delle province. Questo è il 'Governo del Cambiamento' diminuiscono i posti di lavoro, aumentano le poltrone".  Gli fa eco il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci: "Litigano su Siri, legge di bilancio, Rai, Libia, immigrazione, Roma, litigano su tutto. C'è una cosa che però li mette sempre d`accordo: spartirsi le poltrone. Con ritorno alle Province pronti 2500 nuovi incarichi".

FORZA ITALIA - Se la ride anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori azzurri: "L'ultima barzelletta del governo riguarda la resurrezione delle Province: c`è un tavolo tecnico-politico guidato dalla viceministra Castelli e dal sottosegretario Candiani che ha partorito le linee guida di riforma degli enti locali e che prevede il ritorno alle vecchie Province con l`elezione a suffragio universale di 2500 tra presidenti e consiglieri. Il documento è stato rigorosamente redatto su carta intestata della presidenza del consiglio. Bene: stamani il vicepremier Di Maio ha detto che per lui le Province si tagliano e che ogni poltronificio deve essere abolito. Fino a ieri eravamo convinti che a Palazzo Chigi ci fossero due diversi governi, uno della Lega e uno dei Cinque Stelle. Oggi ne spunta un terzo, che evidentemente lavora all`insaputa degli altri".

L'AFFONDO DI BORGHI - "Faccio notare che quando vennero abolite le Province sembrava che le casse dello Stato si sarebbero risanate, ma non è stato così". Ha spiegato il leghista Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera. "Se le competenze e il personale - ha aggiunto - si ridistribuiscono in altri enti pubblici, i risparmi non ci sono. Semmai è più facile che ci siano tanti disservizi, con le scuole che cadono e le strade con le buche".