Mercoledì 24 Aprile 2024

Riforme, Meloni avvisa la Lega: "Non ci sono Italie di serie A e B"

La premier alla vigilia del varo del ddl Calderoli: nessun salto nel buio sull’autonomia differenziata Avanti tutta sull’abuso d’ufficio. "I sindaci non dovranno più avere paura di dare risposte ai cittadini"

Roma, 31 gennaio 2023 - La premier Giorgia Meloni cerca l’operazione simpatia nei confronti dei Comuni italiani e offre due precise garanzie: sull’abuso d’ufficio e nessun salto nel buio sull’autonomia differenziata. Questi i messaggi recapitati ai sindaci (e non solo a loro) alla presentazione del progetto "Polis-Casa dei servizi digitali" di Poste Italiane. Ed è ai sindaci che Meloni fa una solenne promessa: "Ribadisco l’impegno del governo a far tutto quello che possiamo per rendere più facile questo compito, dalla semplificazione a digitalizzazione all’abuso d’ufficio: nessun sindaco che voglia dare risposte ai suoi cittadini deve essere rallentato o avere paura di dare quelle risposte ai cittadini".

La premier Giorgia Meloni, classe 1977 (Ansa)
La premier Giorgia Meloni, classe 1977 (Ansa)

Un impegno preciso che ha preso anche il ministro Nordio, l’abolizione del fumoso reato di abuso d’ufficio per i sindaci che, sottoposti a indagini, devono scegliere tra rischiare un avviso di garanzia o non decidere. Il Terzo polo plaude, ma chiede che l’iter della cancellazione del reato marci spedita.

Ma soprattutto Meloni alla Nuvola vuol ribadire l’unità del Paese e parlare, senza citarlo, del ddl autonomia: "Noi vogliamo unire l’Italia, rafforzare i legami, ricucire il tessuto fra città più grandi e piccole, garantire a tutti i cittadini lo stesso identico diritto ad accedere ai servizi in maniera semplice e veloce. Vogliamo una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti".

Meloni non nomina mai la parola “autonomia“, tantomeno “differenziata“, ma la scelta stessa della frase (quel riferimento alla necessità di non creare cittadini, territori o servizi "di serie A e serie B") indica che si rende conto di quanto il ddl, tanto caro alla Lega, preoccupi sindaci e Regioni del Sud (comprese quelle a guida centrodestra) e non solo, viste le critiche arrivate da sindacati e Confindustria.

Meloni, dunque, cavalca un vecchio cavallo di battaglia suo e di FdI, la "unità della nazione". D’altra parte, sin dall’inizio del suo governo, la premier ha imposto che l’iter del ddl sull’autonomia differenziata procedesse di pari passo con quello delle altre riforme costituzionali, a cominciare dal (semi)presidenzialismo. Meloni non vuol tornare indietro su un impegno preso nel programma elettorale, ma, allo stesso tempo, cerca un difficile equilibrio rispetto ai forti timori che serpeggiano in alcuni dei suoi più ricchi bacini di voti, ovvero il Centro e il Sud. Una esigenza ancora più sentita ora, con le Regionali alle porte.

La Lega ha chiesto e ottenuto almeno che l’esame preliminare arrivasse in Cdm prima del voto in Lombardia, su cui Matteo Salvini si gioca molto. Il provvedimento sarà sul tavolo dell’esecutivo il 2 febbraio (la bozza prevede che l’intesa Stato-Regione dura al massimo 10 anni e le Camere hanno 60 giorni di tempo per valutarla). Le parole di Palazzo Chigi suscitano un certo nervosismo nel Carroccio, sebbene ufficialmente la linea sia di gettare acqua sul fuoco, facendo filtrare la piena sintonia sulla necessità di unire il Paese "all’insegna di efficienza e autonomia". D’altra parte, Meloni pronuncia altre frasi che possono facilmente essere lette come monito agli alleati. "Di fronte alle sfide che abbiamo, tutti i livelli istituzionali devono darsi lealmente aiuto a vicenda. Non c’è "spazio per i personalismi, per le piccole beghe politiche sulla pelle dei cittadini". Alle parole di Meloni si affiancano quelle del garante dell’unità nazionale per eccellenza, Sergio Mattarella, che mette in guardia dal pericolo di danneggiare vaste porzioni di territorio sottraendo servizi essenziali.