Mercoledì 24 Aprile 2024

Giustizia, niente accordo sul processo penale. La riforma slitta ancora

Scintille tra Bonafede e Bongiorno. Lega: "C'è distanza, non accettiamo riforme di facciata". Provvedimento varato con la formula 'salvo intese'

Salvini, Di Maio e Bonafede in Parlamento (Imagoeconomica)

Salvini, Di Maio e Bonafede in Parlamento (Imagoeconomica)

Roma, 1 agosto 2019 - Dopo più di otto ore di confronto nel Governo e un Consiglio dei Ministri sospeso nel pomeriggio e poi terminato dopo la mezzanotte, non si sblocca lo stallo nell'esecutivo sulla riforma della giustizia. Il provvedimento alla fine viene varato dal Cdm, ma con la formula "salvo intese", alla luce delle divergenze tra M5S e Lega, in particolare su prescrizione, intercettazioni e separazione delle carriere. "C'è distanza sulla riforma della giustizia. La Lega è per lo stato di diritto, per tempi certi per la giustizia - riferiscono fonti del Carroccio -. L'Italia è un paese democratico, la Lega vuole garanzie per gli italiani. Servono manager nei tribunali che garantiscano il rispetto dei tempi, servono nuove regole sulle intercettazioni, la separazione delle carriere. La lega non vuole i cittadini ostaggio a vita della giustizia e non accetta riforme di facciata". 

La Lega puntava a riscrivere il testo Bonafede, annunciato in mattinata da Di Maio come "epocale". Di parere contrario l'alleato Salvini: "Il ministro Bonafede ci mette pure la buona volontà" ma la sua "cosiddetta riforma della giustizia è acqua", sentenziava in una diretta Facebook. Con questi presupposti non stupisce che, come riferiscono fonti interne, in tarda serata gli animi si siano infuocati. Duro confronto tra Bonafede, che ha portato alla discussione il suo ddl, e la ministra leghista per la Pa, Giulia Bongiorno. L'avvocato leghista aveva fatto il punto con il vicepremier Salvini, per stabilire le 'controproposte' della Lega, prima della riunione. 

"La riforma della giustizia è stata approvata in Cdm 'salvo intese': manca l'accordo sulla parte riguardante il processo penale", ha detto il ministro della Giustizia Bonafede lasciando Palazzo Chigi. Mentre, per quanto riguarda l'ordinamento civile, non ci sarebbero frizioni.

Il nodo giustizia non è l'unico ad alimentare le tensioni all'interno della maggioranza di governo. Ci sono gli attriti sull'autonomia, sulla Tav si fronteggiano al Senato la mozione M5s contraria alla risoluzione dello stesso Conte, e quelle di Pd e Fi, favorevoli invece all'opera. Cruciale il passaggio del decreto sicurezza bis, che i dissidenti grillini sono pronti a silurare a Palazzo Madama, dove il ricorso alla fiducia è pressoché certo.

Approvata, anche la candidatura di Roma come sede degli europei di nuoto del 2022. Durante la riunione sarebbe stato dato anche il via libera alla candidatura di Taranto per ospitare i Giochi del Mediterraneo del 2025. Ok anche al "decreto inclusione" che prevede, tra l'altro, nuove norme a favore degli alunni con disabilità.

Cosa prevede la riforma

La bozza della riforma prevede la riduzione dei tempi dei processi civile e penale, attraverso una stretta alla durata delle indagini preliminari, interventi sull'ordinamento della magistratura e su composizione e sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura, e regole più stringenti per il rientro in ruolo delle toghe che fanno politica alcune delle novità introdotte. Il testo non tocca due temi spinosi: intercettazioni e la separazione delle carriere invocata dalla Lega. Sugli altri capitoli il ministro apre fino all'ultimo a correzioni. I nove anni di durata massima dei processi, ad esempio, sono già stati ridotti a sei. Ed è stato anche messo a punto il meccanismo di sorteggio per i membri del Csm, con un meccanismo in due fasi che prevede l'elezione.

Zingaretti: 5 Stelle e Lega divisi su tutto

Intanto dall'opposizione si fa sentire il segretario del Pd Nicola Zingaretti. "Non c'è più un solo tema su cui Lega e M5s hanno una posizione comune - è l'affondo del governatore, ospite a Sky tg24 - Anche se non c'è crisi formalizzata c'è una crisi politica. Questa maggioranza è solo numerica". Lo scontro sulla Giustizia non sarà "che l'ultima dimostrazione del fallimento del loro contratto di Governo che non ha mai funzionato".