
I promotori di 'Rete civica e solidale': da sinistra, Angelo Chiorazzo, Paolo Ciani, Marco Tarquinio
Roma, 1 luglio 2025 – “Che cento fiori fioriscano”. Chiama in causa nientemeno che Mao Zedong l’europarlamentare indipendente catto-pacifista dem Marco Tarquinio per alludere ai “cento centrini” che si stanno filando per costruire l’indispensabile gamba moderata del centrosinistra. La “Rete civica e solidale” presentata ieri alla Camera insieme al segretario di Demos e parlamentare Pd Paolo Ciani, del resto, non nasconde il proposito di approdare alla costruzione di un soggetto politico o una lista che colmi il “vuoto di rappresentanza” di ispirazione cattolico-sociale alle prossime politiche.
Il capo largo di Elly Schlein
Una delle numerose e differenti operazioni di aggregazione in corso per realizzare quella “gamba di centro” senza la quale il campo largo a guida Pd di Elly Schlein, alquanto sbilanciato sul piano comunicativo verso le istanze più radicali e liberal di 5 Stelle e Avs, rischia di non vedere palla alle prossime politiche. Anche se la legge elettorale vigente potrebbe favorire dei pareggi se il centrosinistra questa volta si presentasse insieme. Questo, del resto, anima anche l’attivismo di Dario Franceschini per venire incontro alle difficoltà della leader dem. Dopo aver vagheggiato la desistenza e percepito il rischio di una riforma elettorale che sancisca le coalizioni nazionali, l’ex segretario protempore (nel 2009) di matrice dc onnipresente in tutte le trame del Pd ha riaperto bottega in vista delle elezioni politiche del 2027 nell’intento di aiutare il Nazareno a conquistare la vittoria indispensabile per tener unita una classe dirigente che si riconosce sempre più e solo nel ruolo di governo.
La costituenda Rete Civica
Prende le mosse da più nobili propositi la costituenda Rete civica: primo tra tutti la pace, ma anche la giustizia e l’equità sociale, il rispetto e la difesa dei deboli. Lo dicono chiaro non solo Tarquinio e Ciani, ma anche la governatrice dell’Umbria Stefania Proietti, il sindaco di Udine Alberto De Toni, il candidato mancato e presidente del consiglio regionale della Basilicata Angelo Chiorazzo, l’associazionista campano Giuseppe Irace. Tutti cattolico-democratici, tutti pacifisti e tutti amici della comunità di Sant’Egidio, sostengono le malizie. Esponenti, insomma, di quel cattolicesimo-sociale radicale affine alla sinistra sin dai tempi della-Cisl di Pierre Carniti.
Hanno “apprezzato” la posizione della segretaria Schlein contro il piano di riarmo europeo e vogliono far valere quelle istanze nel centrosinistra. Salvo che quello spazio è sin troppo presidiato appunto da Schlein, 5 Stelle e Avs. E che soprattutto non solo Giorgia Meloni, ma anche il primo elettore dem e presidente della repubblica cattolico-democratico Sergio Mattarella, sono convinti di dover aderire a un piano di riarmo che ormai sta dentro la logica, pur non condivisibile ma effettiva, di ritorno alla forza delle Nazioni e della politica.
Nuovo soggetto “aperto e inclusivo”
La “Rete civica” si propone come soggetto “aperto e inclusivo”. E a verificarlo ci sono la coordinatrice della segreteria dem Marta Bonafoni e la capogruppo di Italia viva Maria Elena Boschi. Prove di alleanza insomma. Anche se la prova principale sarebbe raggiungere l’unità della componente centrista. Un territorio in cui si stanno muovendo ormai molti più dirigenti che militanti e alla disperata ricerca di una figura federatrice, da Ernesto Maria Ruffini chiamato da Romano Prodi al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che invero sta scalando la classifica. Con la sindaca di Genova Silvia Salis che rimane sottotraccia per il post elezioni.