Renzi sul Colle si smarca da Letta. "I nomi buoni? Escono alla fine"

Il leader di Iv teme una manovra di accerchiamento per indebolirlo e smentisce di aver pensato a Berlusconi

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Roma, 17 novembre 2021 - "Il nostro partito per settimane è stato costretto a commentare l’inchiesta di Open. Ora ci siamo ridotti a commentare le frasi di Micciché. Siamo allo sbando". Lo sconsolato sfogo del senatore renziano dà il senso di una situazione che, per Italia Viva, sta diventando difficile. Sotto botta da mesi per le inchieste (Open), ora dentro Iv si parla di politica ma solo per ‘dovere di rettifica’. Il coordinatore siciliano di FI, Gianfranco Micciché, dice e ridice che "Matteo mi ha detto di essere pronto a dare i suoi voti a Berlusconi, per il Colle, come altri", cosa che aveva provocato turbamenti nella falange renziana, non più unita come prima, specie tra i parlamentari di provenienza dem, figurarsi tra quelli ex sinistra (Migliore). Renzi sa capire che "quando è troppo, così ce ne andiamo in tanti", come gli dicono, a brutto muso, alcuni dei suoi.

Si parla di una decina di parlamentari sull’uscio, forse sono cinque (D’Alessandro, Vitiello, Ungaro, alla Camera, Marino e Grimani al Senato) ma su 43 fanno comunque male, senza dire che, nei 43, Portas e Nencini giocano da sé. E così, prima di tutto, via ufficio stampa, smentisce le "indiscrezioni su presunti sostegni di Iv a questa o quella candidatura per il Quirinale. Chi evoca il nome di Renzi (Micciché, ndr.) lo fa per una questione di visibilità. Ciò che Renzi pensa della corsa per il Quirinale lo dirà alla Leopolda". Poi, il leader di Iv va in tv (La 7) e ridimensiona: "Micciché dice che lui sa chi vota Italia Viva... Mi scappa da ridere. I nomi buoni escono fuori alla fine. Con Mattarella nessuno lo diceva". Il guaio è che sono mesi che Renzi ne parla, del Colle, anche se ora si sfila dal tavolo che tenta di imbanidre Letta: "Non si lega il Quirinale alla manovra". Un giorno cerca voti per Casini, uno spera nel bis di Mattarella e per poi far capire che Draghi è meglio lasciarlo dov’è: "Chi vuole mandarlo al Colle vuole votare nel 2022, creando un patatrac" Infine, sull’inchiesta fiorentina su Open (per cui la giunta delle immunità del Senato lo sentirà il 24 novembre), assicura: "Non chiederò l’immunità, ma andrò in tutte le sedi a vedere se hanno violato la legge". Sulle tensioni interne minimizza: "Utilizzano pressioni mediatiche o giudiziarie pensando che saremo più deboli". Invita "chi vuole andarsene coi populisti di Conte o i sovranisti di Meloni-Salvini" a farlo. Rischia che lo prendano in parola.