Giovedì 12 Giugno 2025
REDAZIONE POLITICA

Referendum 2025, Meloni: “Vado, ma non ritiro la scheda”. Ira delle opposizioni: “Teme il voto”

Magi (Più Europa): “Indicazione furba e falsa”. Boccia (Pd): “Prende in giro gli italiani”. Conte (M5s): “Vergognoso, viva la partecipazione”. Bonelli (Avs): “Sa che il quorum può essere raggiunto”

Referendum 2025, Meloni: “Vado, ma non ritiro la scheda”. Ira delle opposizioni: “Teme il voto”

Roma, 2 giugno 2025 – "Referendum dell'8 e 9 giugno? Vado, ma non ritiro la scheda". La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponde così ai cronisti che la intercettando dopo la deposizione della corona d'alloro all'altare della patria da parte del capo dello Stato per la celebrazione della festa della Repubblica. La premier sottolinea che questa "è una delle opzioni", scatenando però l'ira delle opposizioni

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"Una dichiarazione furba ma falsa perché non si può andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum – tuona Riccardo Magi, segretario di Più Europa e presidente del comitato promotore del quesito sulla cittadinanza –. Un invito di fatto all'astensione quindi, che fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del 2 giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero la Repubblica. I cittadini sono liberi di andare a votare e i leader politici di dare le proprie indicazioni, ma che la premier mandi messaggi confusi che invitano alla non partecipazione al voto è agghiacciante: è evidente ormai che Meloni e tutta la sua maggioranza temono il voto. Nel giorno in cui si celebra la Repubblica nata dal referendum, il nostro invito è di andare a votare e votare Si al referendum sulla cittadinanza".

2 giugno: Festa della Repubblica
La premier Giorgia Maloni assiste alla parata del 2 Giugno tra il ministro Guido Crosetto e il presidente del Senato Ignazio La Russa (Ansa)

"La presidente del Consiglio invita di fatto, in maniera irrispettosa e inaccettabile, a non andare a votare. Al di là della formula usata, veramente ambigua, con l'artificio dell'andare al seggio e non ritirare la scheda (perché?), siamo di fronte a una premier che prende in giro gli italiani e non dice ai cittadini e agli elettori quale è la sua scelta di merito sui quesiti referendari – dice il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia –. La scelta di Giorgia Meloni e della sua maggioranza, che hanno evidentemente paura della partecipazione popolare, in un Paese normale sarebbe incredibile – prosegue Boccia –: Meloni va a votare e non ritira la scheda, Salvini non va, La Russa forse. Ma purtroppo siamo nell'Italia governata da questa destra che considera il Parlamento e l'esercizio della democrazia inutili fastidi".

"Indigna ma non stupisce che Meloni non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell'8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti – rimarca sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle –. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica”. Per il leader pentastellato “è vergognoso", ricordando che nell’articolo 3 della Costituzione sono inserite “la libertà e l'uguaglianza 'di fatto' per i cittadini, non a chiacchiere”. “Non sono liberi e uguali 'di fatto' i lavoratori che non possono difendersi da licenziamenti, precariato, incidenti sul lavoro – conclude –. Viva l'impegno e la partecipazione per migliorare le cose, viva il 2 giugno, viva la Repubblica".

"Mancava solo la presidente del Consiglio, e la lista dei sabotatori del referendum è completa: prima il presidente del Senato, poi i ministri, ora anche la premier", scrive in una nota Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e co-portavoce di Europa Verde. "Non votano perché sanno di essere minoranza nel Paese, e usano l'astensionismo che a parole dicono di voler combattere a ogni elezione. La destra organizza il sabotaggio della democrazia – prosegue –. Se anche la presidente del Consiglio è costretta ad annunciare che non ritirerà le schede, con l'obiettivo di non far raggiungere il quorum, significa una sola cosa: hanno paura della vittoria, perché sanno che il quorum può essere raggiunto. E allora rivolgo un appello a chi di solito non va a votare: stavolta andateci, e fate il contrario di ciò che il potere oggi vi chiede". "Evidentemente Meloni ha tempo da perdere per prendere in giro gli italiani. Ma le persone comuni invece non hanno né tempo né occasioni né diritti da buttare – dice Nicola Fratoianni di AVS -. In questo Paese nessuno è scemo e non si fa prendere in giro da chi vuole continuare a difendere privilegi, discriminazioni e sfruttamento. Spieghiamolo alla presidente del Consiglio Meloni con una valanga di 5 sì".

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