Martedì 23 Aprile 2024

Reddito di cittadinanza, la Lega minaccia: non lo votiamo

Scontro sui fondi per i disabili. I 5 Stelle replicano: risorse incluse nella misura

I vicepremier e ministri Salvini e Di Maio (Ansa)

I vicepremier e ministri Salvini e Di Maio (Ansa)

Roma, 9 gennaio 2019 - Alla vigilia dell’approvazione finale del decreto legge su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, i vertici della Lega (a cominciare dal leader Matteo Salvini e dal ministro Fontana) minacciano di non votare più l’intervento-bandiera dei grillini. E fanno esplodere la doppia mina dell’esclusione di larghe quote di pensionati di inabilità dalla cosiddetta ‘pensione di cittadinanza’ e della limitatezza del sussidio per le famiglie più numerose a vantaggio, invece, dei single. 

Una doppia offensiva che tocca il cuore del provvedimento e suona come una mossa politica tanto rilevante da far evocare la parola ‘crisi’. Non a caso, se da un lato scende in campo il premier Giuseppe Conte («Troveremo una soluzione») e fonti vicine a Luigi di Maio in serata rassicurano che «i disabili sotto della soglia di povertà vedranno aumentate le loro pensioni a 780 euro», dall’altra non mancano i grillini che sottolineano come l’iniziativa leghista appaia strumentale, visto che la bozza del decreto era nota da settimane («La Lega lo ha sempre saputo»).

La partita, dunque, si complica proprio a poche ore dal passaggio finale, tra l’altro con un ultimo taglio dei fondi proprio per il reddito (ora sotto i 6 miliardi).  La bomba scoppia durante il pre-consiglio dei ministri di ieri pomeriggio. I tecnici di Fontana rilevano due effetti giudicati inaccettabili. In primo luogo, lo scarso peso dato al fattore disabilità nell’Isee e nel reddito rischia di lasciare a secco dall’integrazione fino a 780 euro della pensione di cittadinanza una quota rilevante dei 740mila pensionati di inabilità (sordi, ciechi, per esempio, che siano inabili al lavoro al 100%) che attualmente hanno un assegno di 280-290 euro, se autosufficienti.    In secondo luogo, la cosiddetta scala di equivalenza del reddito di cittadinanza fa sì che una famiglia con tre figli ottenga la stessa cifra (1.330 euro) di una famiglia con 4, 5 o più figli. A quel punto parte l’offensiva leghista. Prima trapelano «insoddisfazione, disappunto, delusione della Lega. Nel decreto sul reddito di cittadinanza nemmeno un euro per i disabili». Poi arriva Salvini: «Ognuno si prenda le sue responsabilità, chiaro? Nel reddito di cittadinanza sostengo i disabili e le famiglie numerose, che vanno premiate. Darò il mio aiuto ai disoccupati, ai bisognosi dimenticati e agli ultimi, ma a patto che ci siano tutti, gli ultimi». O cambia il testo, insomma, o la Lega non lo voterà, ribadisce il ministro Fontana. 

I grillini e il premier restano spiazzati. Al punto che Conte deve ricorrere al massimo della diplomazia per non esacerbare lo scontro. «Mi lasci tornare al lavoro – spiega a Bruno Vespa –. Un’attenzione ai disabili c’è, nel decreto. Se ci sono dei suggerimenti di miglioramento, ci mettiamo attorno a un tavolo e risolveremo anche questa volta, come sempre». Ma questa volta la controversia sembra più complicata rispetto al passato.