Giovedì 18 Aprile 2024

Il reddito di cittadinanza non è un sussidio per giovani

Solo il 10% delle domande da parte di under 30. Boom di richieste dagli stranieri

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Ansa)

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 29 aprile 2019 - Il reddito di cittadinanza non è un sussidio per giovani, mentre si sta rivelando uno strumento con rilevante appeal per i nuclei familiari stranieri, comunitari ed extracomunitari. La percentuale di richieste per la fascia di età da 18 a 25 anni è solo del 3 per cento e si arriva al 10 fino a 30 anni. Mentre per gli stranieri siamo intorno al 12-13 per cento del totale. E questo nonostante i paletti, voluti principalmente dalla Lega, per evitare che il beneficio finisse in larga misura ai non italiani: il che significa anche che, quando la valanga di ricorsi in arrivo nei tribunali contro questi vincoli, a cominciare da quello sui 10 anni di residenza in Italia, dovessero passare, ci sarà una valanga di domande ancora molto più ampia. 

Mancano pochi giorni alla possibilità di utilizzare, da inizi maggio, le card del reddito per le richieste presentate entro fine marzo e accolte dall’Inps in aprile. L’ultimo bilancio aggiornato delle richieste complessive inviate all’Istituto nei primi due mesi indica, comunque sia, in 946.569 le domande dei nuclei familiari. 

La classifica per regione vede la conferma del trend precedente: la Campania in testa con 160.333 istanze, seguita dalla Sicilia, con 150.590. Sopra le 80mila Lazio, Puglia e Lombardia.

A conti fatti, applicando la percentuale di rigetti del 25 per cento (come indicato dallo stesso presidente dell’Inps Pasquale Tridico), dovremmo essere, a fine aprile, sui 709mila sussidi attribuiti ai nuclei familiari, ben al di sotto del 1,2-1,3 milioni previsti dal governo. La corsa al sussidio si è arrestata: nell’ultimo mese sono giunte meno di 140mila domande, contro le 806mila trasmesse a marzo, con una caduta dell’80 per cento. Al massimo, dunque, si dovrebbe in tutto il 2019 arrivare a quota 900mila secondo le stime dei vertici dei Caf. 

Certo è che, dal totale delle domande presentate, emergono tendenze destinate a far discutere. Tra reddito e pensione di cittadinanza, oltre il 73-75 per cento delle richieste, dunque tre su quattro, proviene da persone che hanno da 40 anni a 70 e oltre. 

Solo il 3 per cento è di giovani tra i 18 e i 25 anni, si tocca il 10 se si estende la soglia di età fino a 30 anni, mentre un altro 12-15 per cento ricomprende coloro che rientrano nella fascia tra i 30 e i 40 anni. 

Veniamo agli stranieri: le richieste di cittadini comunitari ed extracomunitari sono per ora in tutto 116mila, quelle di extra Ue residenti in Italia da dieci anni sono 86mila, più di quelle giunte dall’intera Lombardia, a quota 82.696 istanze, e il doppio di quelle arrivate da Sardegna (43.996) ed Emilia Romagna (39.708). Sono 21.198, nello specifico, le domande di cittadini di nazionalità marocchina, 9.724 quelle di cittadini albanesi. Dai cittadini di nazionalità rumena sono arrivate addirittura 23.335 domande. 

A differenza che per gli italiani, secondo gli addetti ai lavori, il tasso di rifiuti dovrebbe essere più basso del 25 per cento, addirittura potrebbe scendere al 10, perché la situazione economica delle platee interessate è molto più semplice da rappresentare e provare (anche rispetto a eventuali omissioni sui beni posseduti nella patria di origine, difficilmente controllabili). E questo spiegherebbe anche perché gli importi riconosciuti agli stranieri sono mediamente più elevati rispetto a quelli attribuiti agli italiani, che risultano essere, come più volte anticipato, per l’80 per cento inferiori ai 780 euro mensili tanto sbandierati.