Reddito di cittadinanza, Di Maio: "Deve partire entro il 2019"

Il vicepremier e ministro del Lavoro: "Nella legge di bilancio di fine anno dobbiamo mettere le coperture". Di Battista: Autostrade test sulla voglia di cambiare della Lega

Luigi Di Maio, vicepremier (Newpress)

Luigi Di Maio, vicepremier (Newpress)

Roma, 2 settembre 2019 - Obiettivo reddito di cittadinanza entro il 2019. Il vicepremier Luigi Di Maio torna sulla misura promessa in campagna elettorale e annuncia: "Nel 2019 deve partire il reddito di cittadinanza. Nella legge di bilancio di fine anno dobbiamo mettere le coperture. La domanda interna si può creare se hai la possibilità di reinserirsi a chi, e sono 5 milioni, è sotto la soglia dell'autosufficienza". Il ministro del lavoro chiarisce ancora una volta l'intento della misura: "Non voglio dare soldi alle persone per starsene sul divano a fare niente. Se io ti do un reddito tu ti prendi i tuoi impegni, lavori otto ore per il tuo comune, ti devi formare. Hai tre proposte. Se non le accetti perdi il reddito. Se le accetti perdi il reddito perché entri nel mondo del lavoro. Se fai il furbo rischi sei anni di galera. Il reddito ci serve per reinserire lavorativamente 10 milioni di persone sotto la soglia della povertà. Non si può partire solo con la riforma dei centri per l'impiego". 

Di Maio, parlando alla festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, ha poi commentato i dati dei mercati e lo spread che venerdì ha sfiorato i 300 punti base. "Dobbiamo vedere - ha detto - se scegliere tra il giudizio di un'agenzia di rating o gli interessi dei cittadini. Non possiamo pensare di stare dietro ai giudizi di un'agenzia ma poi pugnalare alle spalle gli italiani. Per ascoltare quelle agenzie negli anni si sono fatti jobs act, legge Fornero e piaceri alle banche". 

In arrivo, poi una legge anticorruzione. "Il disegno di legge  - chiarisce il vicepremier - conterrà norme aspettate per anni e non fatte perché la politica aveva paura di carabinieri e poliziotti. Dentro ci sono tutte le nostre grandi battaglie, dal daspo per i corrotti all'agente sotto copertura per i reati di corruzione. Proposte che toglieranno le mani nella marmellata a tanti furbi coperti in questi anni da altri governi".

Alla festa del Fatto è intervenuto anche Alessandro Di Battista, in collegamento audiovideo dal Guatemala, che in sostanza ha detto: il Pd è morto, sostengo il governo con la Lega. Per formare un governo "il Pd non si è neanche posto il problema di porsi al tavolo nostro. Io dico, 'Grazie a Dio', perché il Pd è un partito morto". E ha aggiunto: "Sostengo questo governo con la Lega, anche perché se riandavamo al voto riprendevamo gli stessi voti con questa legge elettorale. Non c'era alternativa".

Ma poi ha lanciato la sfida a Salvini. "La voglia di cambiare le cose, da parte della Lega, si vedrà sulla revoca della concessione ad Autostrade. Quello sarà un momento storico. Ho sentito Giorgetti dire 'vediamo' - ha continuato Di Battista - , --.ma il movimento 5 stelle non arretra. Noi pensiamo che le autostrade debbano essere gestite dallo Stato". 

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